NAPOLI – E anche nell’ennesima classifica negativa compare il nome della nostra regione.
La Campania è stata infatti inserita tra le cinque regioni italiane che figurano di più come luoghi di esecuzione di operazioni sospette connesse alla pandemia. Una definizione sotto la quale rientrano casistiche legate alla compravendita di materiale sanitario e di dispositivi di protezione sanitaria (i famosi Dpi), cui si sono aggiunti, successivamente, l’erogazione e l’utilizzo incongruo di finanziamenti garantiti o contributi a fondo perduto.
La Campania, in questa classifica stilata dalla Uif (Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia pubblica), ricopre il quarto posto, con una percentuale di operatività sospetta pari all’8,5%. La ‘medaglia d’oro’ va al Lazio (18,7%), a seguire la Lombardia (14,4%) ed Emilia-Romagna (8,8%). Dopo la Campania c’è infine il Veneto con la percentuale più bassa, vale a dire il 7,6%. Questi dati, inseriti nel rapporto annuale sull’attività svolta nel 2020 nel contrasto alle attività di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, tracciano un quadro dell’Italia in epoca pandemica individuando le regioni in cui anche l’emergenza sanitaria sembra essersi trasformata per qualcuno in un gran bel business, se consideriamo che le segnalazioni di operazioni sospette connesse alla pandemia nel solo anno del 2020 sono state 2.277, per oltre 8,3 miliardi di euro.
“Le segnalazioni di operazioni sospette (SOS) ricevute dai soggetti obbligati sono state 113.187, 7.400 in più rispetto al 2019 (+7,0%); l’aumento è ascrivibile interamente a sospetti di riciclaggio; le SOS di finanziamento del terrorismo sono diminuite a 513 unità (-33,4% rispetto al 2019), anche a causa delle restrizioni alla mobilità. Nei primi 5 mesi del 2021 la crescita delle SOS ricevute si è rafforzata, superando il 30%”, informa ancora l’Uif. Un aumento che, come ha spiegato Claudio Clemente, direttore Uif, ha a che fare con le tendenze e i comportamenti criminali. “Nuove minacce e nuovi rischi hanno conformato il profilo delle segnalazioni di operazioni sospette e l’attività di analisi operativa e strategica della UIF”.
Tornando alla nostra regione, il dato è stato commentato dall’avvocato Sergio Romano, a capo del Comitato Sanità Campania: “Già in passato il nostro comitato ha nutrito una serie di forti dubbi e perplessità sulla gestione della res pubblica in ambito sanitario tramite anche l’appoggio di Fedeconsumatori. Più volte è stato posto l’accento su questa vicenda su cui ora vengono alla luce questi dati. Resta la massima fiducia verso la magistratura, unico organo che deve intervenire a vigilare su una questione di una gravità estrema. Stiamo parlando di un momento estremamente particolare, in cui il rigore e la serietà dovrebbero essere delle pietre miliari nella gestione pandemica e della crisi, e che invece sembrano essere messe in dubbio. Vanno riconosciute le responsabilità e soprattutto perseguite”.