CASERTA (Leonardo Crocetta) – Centinaia di lavoratori che hanno perso il posto, migliaia di famiglie senza un reddito sicuro, Negozi ed esercizi commerciali che hanno dovuto serrare i battenti: è questa la vera eredità della pandemia di Covid-19, una crisi economica senza precedenti. Perché con l’arrivo del virus un macigno si è abbattuto sulle teste dei membri più fragili della società. Una tempesta che non fosse stato per i sussidi, in primo luogo il Reddito di Cittadinanza, avrebbe potuto trasformarsi in una vera e propria mattanza. I primi a soffrirne sono stati i lavoratori precari. “In pochi giorni mi sono ritrovato senza lavoro e senza soldi: non potevo nemmeno portare il pane a tavola – racconta Michele Bencivenga – Eseguo piccoli lavori edili e interventi di pulizia e a causa delle restrizioni non potevo neppure muovermi da casa. E’ stato quello il momento in cui ho dovuto lasciare da parte l’orgoglio e chiedere il reddito di cittadinanza. In casa siamo in sei compresi i miei quattro figli: senza non saremmo riusciti a sopravvivere. Adesso speriamo che il lavoro possa riprendere e che il momento peggiore sia passato”.
La misura del reddito, in un certo senso, sembra essere diventata un problema per mercato del lavoro. Non però come è stato raccontato finora. Perché chi percepisce la misura il lavoro lo cerca. Nella realtà, tuttavia, le offerte si dimostrano incompatibili. “Ho trovato tre offerte di lavoro, tutte ‘in nero – sono le parole di Ornella De Angelis, operatrice socio sanitaria – Questo vorrebbe dire per me rischiare non soltanto una denuncia penale ma anche restituire quanto ad ora percepito. Ci chiedono di andare a lavorare rischiando la galera pur di non ‘metterci a posto’. Ci credo che poi non riescono a trovare lavoratori disponibili ad andare in galera”. Il periodo si è rivelato nero per i pensionati. Spesso con poche centinaia di euro di pensione, neppure abbastanza per arrivare a fine mese. In molto casi con sussidi per l’invalidità. Ma raramente si riesce a sopravvivere in modo dignitoso. “In diverse occasioni abbiamo preso i pacchi alimentari della Caritas – Sono le parole di Rosa Antonetti – Sono rimasta da sola da quando mio marito è morto, proprio durante la pandemia, per un infarto. La reversibilità della pensione, perché i nostri figli sono grandi, ha fatto sì che venisse tagliato più della metà. Ora riesco a malapena ad arrivare a fine mese, pagando affitto e bollette. Se non fosse stato per gli aiuti sarei dovuta andare ad elemosinare in giro”. In altri casi, quasi paradossalmente, sono stati proprio i pensionati ad assistere le famiglie. “Tra i miei figli è stata una strage – sono le parole di Rosaria Manco – Due sono stati messi in cassa integrazione e la terza ha perso il lavoro dopo che il ristorante dove lavorava ha chiuso. Oggi devo vedere come aiutarli in questo momento in cui, per loro, persino portare il pane a tavola è diventato difficile. Lo Stato è praticamente assente, nascosto dietro i numeri di una fantomatica ripresa che non si vede. Per il mondo della politica è tutto una passerella. Dovrebbero venire a farsi un giro quaggiù, nell’inferno di chi ha perso il posto di lavoro e che non riesce ad arrivare a fine mese”.