Città del Vaticano, 2 mar. (LaPresse) – Il 21 giugno Papa Francesco sarà a Ginevra, in Svizzera, per celebrare il 70esimo anniversario dalla fondazione del Cec, il Consiglio ecumenico delle Chiese. La notizia, anticipata dai media svizzeri, è stata confermata oggi dalla Santa Sede, che ieri aveva solo riferito che il viaggio era “allo studio”. E potrebbe essere la sede per presentare un’iniziativa congiunta per la pace in Siria e in Medio Oriente.
Sarà, come ha spiegato il cardinale Kurt Koch – presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani -, un segno di riconoscimento del contributo unico che questo organismo ha offerto al moderno movimento ecumenico, che con la Chiesa cattolica collabora da più di mezzo secolo. I rapporti sono iniziati durante la preparazione del concilio Vaticano II, che, ha ricordato il cardinale, ha impegnato la Chiesa cattolica “nel movimento ecumenico moderno e ha aperto una nuova pagina nella storia delle nostre relazioni con il Consiglio ecumenico delle Chiese, generando uno spirito di riavvicinamento e comprensione reciproca”. La visita sarà espressione “dell’impegno personale del Papa per raggiungere l’obiettivo dell’unità dei cristiani”. Procedendo insieme verso la piena unità visibile i cristiani “possono apprezzare meglio il loro patrimonio comune e diventare più consapevoli di ciò che già condividono”.
Il consiglio ecumenico delle chiese riunisce 349 Chiese protestanti, luterane, anglicane, ortodosse e cattoliche in oltre 110 Paesi in rappresentanza di circa 500 milioni di cristiani nel mondo. La Chiesa cattolica non ne fa parte, ma proprio per questo la visita di Bergoglio è vista come “un’affermazione molto forte da parte di Papa Francesco e della Chiesa cattolica romana del fatto che stiamo in realtà lavorando insieme”, ha detto intervistata da Vatican News il segretario generale del Cec, Olav Fykse Tveit. “Ma non stiamo solo lavorando – ha aggiunto -. Allo stesso tempo, stiamo pregando e operando insieme. E questo sarà il tema della visita del Papa. Penso che sia una riaffermazione di qualcosa che è cresciuto nel corso di molti anni, a livello istituzionale, attraverso il ‘joint working group’ e una rappresentanza all’interno delle nostre commissioni; con una presenza nel nostro lavoro”.
Francesco è il terzo Papa a visitare Ginevra, dopo Paolo VI, che ha visitato il Cec il 10 giugno 1969, e Giovanni Paolo II, che si è recato nello stesso giorno scelto da Francesco, il 21 giugno, del 1984. La polizia ginevrina, come riportano i media locali, assicura un dispositivo di sicurezza adeguato al programma del Papa – ancora non reso noto – “Collaboriamo con il servizio federale di sicurezza per visite di questo tipo”, ha affermato Jean-Philippe Brandt, portavoce della polizia. È prematuro dire se Ginevra dovrà far capo a rinforzi extra-cantonali. “Tutto dipende dalla intenzioni del Papa”, secondo Brandt. Se dovesse decidere, oltre che di visitare il Cec, anche di tenere una messa, occorrerà organizzare un “dispositivo per le grandi manifestazioni”.