CITTA’ DEL VATICANO – Bisogna “prendere coscienza che siamo peccatori“, e “lasciar cadere dalle nostre mani le pietre della denigrazione e della condanna che a volte vorremmo scagliare contro gli altri“. Papa Francesco, nella quinta domenica di quaresima, cita l’episodio evangelico della donna adultera, con il celeberrimo invito di Gesù: “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra“.
Le pietre, per Francesco, sono quelle che tanti tra noi vorrebbero lanciare contro altri, senza rendersi conto che siamo proprio noi i primi ad aver qualcosa da rimproverarci. Il pontefice ricorda che, dopo aver trovato una donna colta in adulterio, scribi e Farisei domandarono a Gesù quale fosse il suo parere sulla condanna alla lapidazione.
L’apostolo Giovanni racconta che gli interlocutori di Cristo posero il quesito “per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo“. Insomma, si può supporre che il loro proposito fosse questo: il No alla lapidazione sarebbe stato un motivo per accusare Gesù di disobbedienza alla Legge; il Sì, invece, per denunciarlo all’autorità romana, che aveva riservato a sé le sentenze e non ammetteva il linciaggio popolare.
Scribi e farisei, per il pontefice, sono “chiusi nelle strettoie del legalismo”, ma Gesù reagisce con l’invito a scagliare la prima pietra, che poi altro non è che un appello alla conscienza di quegli uomini che si sentivano “paladini della giustizia”, ma poi, uno dopo l’altro sene andarono senza lapidare la donna.
Francesco spiega che Gesù è l’unico senza colpa, “l’unico che potrebbe scagliare la pietra contro di lei, manon lo fa, perché Dio non vuole la morta del peccatore, ma che si converta e viva. Non a caso, congeda la donna con queste parole: “Va’ e d’ora in poi non peccare più“.
E rispondendo ad una domanda di un educatore alla Parrocchia romana di San Giulio a Monteverde, il pontefice svela: “Io ho avuto tanti dubbi nella mia vita. Come sono uscito? Non sono uscito da solo, serve la compagnia di qualcuno che ti aiuti ad andare avanti“.
(LaPresse)