Papa Francesco: “Il trionfalismo minaccia la Chiesa, nei momenti bui bisogna tacere”

L'esortazione del pontefice per la Domenica delle palme

Foto Alberto Pizzoli in foto Papa Francesco

MILANO – Scegliere “la via dell’umiltà”, rinunciare al “trionfalismo” e alla “mondanità”. E’ l’esortazione di Papa Francesco per la Domenica delle palme. A una settimana della Pasqua, il pontefice ha presieduto la messa solenne della Passione del Signore invitando a pregare “per la pace in Terra Santa e in Medioriente” e, nei momenti bui, ad “avere il coraggio di tacere”.

Il Papa ha messo in guardia: “Una forma sottile di trionfalismo è la mondanità spirituale, che è il maggior pericolo. La tentazione più perfida che minaccia la Chiesa. Gesù ha distrutto il trionfalismo con la sua passione”. Perchè “con la croce non si può negoziare, o la si abbraccia o la si rifiuta”. E, secondo Francesco, “il trionfalismo cerca di avvicinare la meta per mezzo di scorciatoie, di falsi compromessi. Punta a salire sul carro del vincitore. Il trionfalismo vive di gesti e di parole che però non sono passati attraverso il crogiolo della croce; si alimenta del confronto con gli altri giudicandoli sempre peggiori, difettosi, falliti”.

Alla celebrazione, in occasione della ricorrenza diocesana della XXXIV Giornata mondiale della gioventù, hanno preso parte giovani di Roma e di altre diocesi. Davanti a una piazza San Pietro piena di fedeli, sono stati spronati a “vivere nella quotidianità le indicazioni della recente esortazione apostolica Christus vivit”. E a non vergognarsi “di manifestare l’entusiasmo per Gesù”. Il pontefice ha donato rosari in legno di ulivo realizzati per l’occasione in Terra santa. Ha inoltre rinnovato l’appello “a pregare il Rosario per la pace, in modo particolare per la pace in Terra Santa e in Medioriente”.

Nel corso della celebrazione sono stati letti i brani del Vangelo che ricordano l’entrata di Cristo a Gerusalemme, l’inizio degli ultimi giorni di passione e la crocefissione. “Acclamazioni festose e accanimento feroce; è impressionante il silenzio di Gesù nella sua passione, vince anche la tentazione di rispondere, di essere ‘mediatico’. Nei momenti di oscurità e grande tribolazione”, ha avvertito il Papa, “bisogna tacere, avere il coraggio di tacere, purché sia un tacere mite e non rancoroso.

La mitezza del silenzio ci farà apparire ancora più deboli, più umiliati, e allora il demonio, prendendo coraggio, uscirà allo scoperto. Bisognerà resistergli in silenzio, ‘mantenendo la posizione’, ma con lo stesso atteggiamento di Gesù”. Parole che, seppur senza alcun riferimento diretto, evocano il silenzio con cui Francesco ha osservato le feroci polemiche seguite alla pubblicazione del documento di Ratzinger sulla pedofilia e l’omosessualità nei seminari.

Ester Castano (LaPresse)

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