ROMA – Nella prima giornata dedicata alla Parola di Dio, da lui istituita, Papa Francesco invita tutti a leggere quotidianamente qualche versetto della Bibbia, anche con l’ausilio della tecnologia. “Cominciamo dal Vangelo: teniamolo aperto sul comodino di casa, portiamolo in tasca con noi, visualizziamolo sul cellulare, lasciamo che ogni giorno ci ispiri. Scopriremo che Dio ci è vicino, che illumina le nostre tenebre, che con amore conduce al largo la nostra vita”, il pensiero di Bergoglio.
Il messaggio
Un atto dovuto per il credente, perché la parola di Dio “ci consola, incoraggia e allo stesso tempo: provoca la conversione, ci scuote, ci libera dalla paralisi dell’egoismo. La sua parola ha questo potere: di cambiare la vita, di far passare dall’oscurità alla luce”. Una parola che “salva” e “non va in cerca di luoghi preservati, sterilizzati, sicuri”, ma “viene nelle nostre complessità, nelle nostre oscurità”. Dio, insomma, desidera visitare quei luoghi “dove pensiamo che Egli non arrivi”. Mentre, avverte, tante volte “siamo invece noi a chiudere la porta, preferendo tener nascoste le nostre confusioni, le nostre opacità e doppiezze. Le sigilliamo dentro di noi, mentre andiamo dal Signore con qualche preghiera formale, stando attenti che la sua verità non ci scuota dentro”.
E proprio dalle “regioni allora ritenute oscure” che, spiega il Santo Padre, Gesù iniziò a predicare. Il riferimento è alla Galilea dove “vivevano pescatori, commercianti e stranieri: non era certo il luogo dove si trovava la purezza religiosa del popolo eletto. Eppure Gesù cominciò da lì: non dall’atrio del tempio di Gerusalemme, ma dalla parte opposta del Paese, dalla Galilea delle genti, da un luogo di confine. Cominciò da una periferia”. Una parola che “abbiamo bisogno di ascoltare in mezzo alle migliaia di ogni giorno. La sola parola che non ci parla di cose, ma ci parla di vita”.
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