ROMA (Domenico Palmiero) – Giro d’Italia edizione 101, si parte venerdì a Gerusalemme con una cronometro di 10 chilometri per assegnare la prima maglia rosa.
SI PARTE
La carovana resterà in medio oriente per altri due giorni con tappe pianeggianti riservate ai velocisti (occhi al rinato Elia Viviani della Quick Step Floors). Poi il trasferimento in Sicilia con la scalata dell’Etna che ‘misurerà la pressione’ e le gambe dei grandi favoriti alla vittoria finale. Alla fine della seconda settimana il primo grande esame: i pretendenti alla ‘rosa’ dovranno sfidare il terribile Zoncolan, una montagna che otto anni fa respinse un timido Chris Froome. Altri tempi.
LA SICUREZZA DI FROOME
L’altro giorno il britannico del Team Sky ha inforcato la bicicletta e ha provato il percorso. Al termine dichiarazioni spavalde: vincerò il Giro proprio sullo Zoncolan. Una cosa, comunque, appare certa: chiunque ambisca a far sua la corsa rosa deve regolare i conti con lui e con la sua squadra, il Team Sky, capace di tenere alto il ritmo su qualsiasi ascesa aspettando la ‘frullata’ decisiva, quella che annichilisce gli avversari, del quattro volte vincitore del Tour de France.
GLI SFIDANTI
Il capitano della Sky dovrà vedersela soprattutto con il vincitore uscente del Giro, Tom Dumoulin della Sunweb. L’olandese non ha alcuna intenzione di abdicare. Anzi, secondo molti osservatori è lui il favorito numero uno. Certo, i pochi chilometri a cronometro lo penalizzano rispetto all’anno scorso quando piazzò l’allungo decisivo proprio nell’ultima tappa riservata alle prove contro il tempo. In realtà, Dumoulin è corridore tenace, forte, intelligente. Lo scorso anno dominò la corsa nonostante una squadra non proprio all’altezza e un disturbo intestinale che lo costrinse a una pausa inattesa.
GLI ITALIANI
Tra gli italiani spicca Fabio Aru. Il Cavaliere dei Quattro Mori deve dimostrare di aver fatto definitivamente il salto di qualità e porsi in una ideale successione con Vincenzo Nibali, il siciliano della Bahrain-Merida (che ha optato per il Tour) che è stato (e forse lo è ancora) il ciclista italiano più forte degli ultimi dieci anni.