Di Andrea Capello
ROMA (LaPresse) – Se il premier Giuseppe Conte esprime soddisfazione per l’accordo sulla questione migranti trovato nella lunga maratona notturna al Consiglio Europeo di Bruxelles, le opposizioni hanno una visione diametralmente opposta. Ancora una volta Partito Democratico e Forza Italia si trovano sullo stesso lato della barricata nel commentare quella che, a loro dire, è poco più di una vittoria di Pirro. Per non dire una sconfitta.
“Abbiamo incassato solo dei pagherò difficili da riscuotere. Il tempo dirà se si tratta di assegni in bianco”, la riflessione dell’ex ministro dell’Interno, Marco Minniti. “Sull’accoglienza si deciderà in base a meccanismi volontari. Prima non funzionava l’obbligatorietà, figuriamoci la base volontaria. Mentre restano obbligatori i rimpatri verso il punto di prima accoglienza come l’Italia”. Un pensiero condiviso anche da Paolo Gentiloni, uno che da ministro degli Esteri prima e premier poi delle maratone in terra belga è sicuramente un veterano. “L’Europa ha passato la nottata, ma da un anno l’Italia si batteva per ottenere impegni vincolanti e non su base volontaria. Ora invece ci affidiamo alla buona volontà, come chiesto da Visegrad. L’unico obbligo riguarda i movimenti secondari. Speriamo bene”.
Il segretario reggente dem, Maurizio Martina, rincara la dose parlando apertamente di “risultato debole” e di “Italia sola” mentre “cantano vittoria i paesi dell’Est”. Per il dirigente dem “mentre il governo Conte parla a vuoto, Germania, Spagna e Grecia fanno accordi”.
Il continuo occhieggiare del governo, nella fattispecie del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ai paesi del blocco di Visegrad, attira le critiche pure di Silvio Berlusconi
“Se può essere giusto battere i pugni sul tavolo, anche a difesa della dignità nazionale, la politica estera del nostro Paese non può ridursi ad un’esibizione muscolare. Che non saremmo neppure in grado di sostenere”, rileva. “Senza l’Europa, o contro l’Europa, i problemi si aggravano, non si risolvono”, il pensiero del leader azzurro. “Non tutti coloro che sembrano difendere i nostri stessi principi sono in realtà nostri alleati”, spiega ancora. “Sarebbe ingenuo per esempio pensare che possano esserlo, su questo tema, i paesi del gruppo di Visegrad, o la Csu tedesca, che hanno per obbiettivo non la difesa delle frontiere europee, ma quella delle loro frontiere nazionali”.
Nel dibattito interviene anche la vicepresidente della Camera, Mara Carfagna, una delle voci più autorevoli in Forza Italia che parla di “intesa al ribasso”
“Il governo ha di fatto accettato la linea dei paesi Visegrad, che hanno interessi opposti a quelli italiani ed europei”. Intanto alcuni deputati del Pd lanciano l’hashtag #primagliungheresi. Uno scimmiottamento del ‘prima gli italiani’ tanto caro a Matteo Salvini. E proprio il leader della Lega, all’interno della compagine di governo, è il più cauto nelle dichiarazioni. “Adesso vogliamo vedere i fatti”, dice. Una sorta di ‘chi vivrà vedrà’ che testimonia come, se si può proseguire nel discutere su chi abbia vinto la battaglia, il termine della ‘guerra’ fra gli interessi incrociati dei 28 membri dell’Unione è ben lungi da venire.