WASHINGTON – Entra in vigore oggi l’accordo commerciale per la partnership transpacifica (Tpp). Ma gli Usa, che con Barack Obama avevano fortemente voluto quel patto, dentro quell’intesa non ci saranno più. Trump ha detto no.
A far parte del patto, invece, sono Canada, Messico, Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Cile, Perù, Singapore, Vietnam, Malaysia e Brunei.
Trump, succeduto al presidente emerito di Chicago, ha preso le distanze dalla linea che aveva assunto suoi predecessore. La decisione di The Donald rischia di avere conseguenze non positive sull’economia degli Stati Uniti.
L’intesa tra gli undici Paesi, infatti, potrebbe dare un brutto colpo alle finanze a stelle e strisce. I prodotti americani continueranno ad essere soggetti alle stesse tariffe nei paesi aderenti alla partnership transatlantica, ma la merci rivali potranno essere esentate e, di conseguenza, essere facilitati nel commercio.
Trump a stretto giro però è costretto ad affrontare preoccupazioni ben più gravi: sta cercando di tirarsi fuori dallo shutdown causato dal suo tentativo di finanziare il muro al confine col Messico.
Il capo della Casa Bianca non sembra intenzionato a muoversi dalla sua posizione: sono pronto, ha fatto sapere il presidente, ad aspettare di riaprire uffici e ministeri finché non avrò ottenuto cinque miliardi di dollari per il muro che deve proteggere il nostro confine con il Messico