ROMA (Alfredo Stella) – Il vecchio e sempre attuale motto ‘prevenire è meglio che curare’ sembra essere preso sul serio più al nord che al sud. E’ nel meridione, infatti, che il tasso di mortalità per patologie neoplastiche e malattie croniche è davvero preoccupante e va dal 5 al 28 per cento e la Campania indossa in maniera indiscutibile la ‘maglia nera’. A sottolinearlo è il direttore scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla salute delle regioni italiane, Alessandro Solipaca, in occasione della presentazione del Rapporto Osservasalute. In soli 10 anni, ovvero nel 2028, si registrerà in Italia una popolazione anziana non autosufficiente pari a 6,3 milioni di persone.
La proiezione è del Rapporto Osservasalute 2017: nel 2028, tra gli over-65 le persone non in grado di svolgere le attività quotidiane per la cura di se stessi (dal lavarsi al mangiare) saranno circa 1,6 mln (100 mila in più rispetto a oggi), mentre quelle con problemi di autonomia (preparare i pasti, gestire le medicine e le attività domestiche) arriveranno a 4,7 mln (+700 mila). Ciò, avverte il Rapporto, porrà “seri problemi per l’assistenza”.
La causa va ricercata nell’inefficienza del SSN, “nel ridurre le differenze di spesa e della performance fra le regioni italiane – ha detto il Presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Walter Ricciardi, in occasione della presentazione del Rapporto Osservasalute. Nel rapporto Ricciardi rileva come “si tratta di differenze inique perché non ‘naturali’, ma frutto di scelte politiche e gestionali”. È dunque “auspicabile – ha continuato – che si intervenga al più presto partendo da un riequilibrio del riparto del Fondo Sanitario Nazionale, non basato sui bisogni teorici desumibili solo dalla struttura demografica delle Regioni, ma sui reali bisogni di salute, così come è urgente un recupero di qualità gestionale e operativa del sistema, troppo deficitarie nelle regioni del Mezzogiorno, come ampiamente evidenziato nel nuovo Rapporto Osservasalute”.