REGGIO EMILIA – Un clima di paura e sconcerto avvolge il quartiere di via Gandhi, due giorni dopo il brutale pestaggio che ha visto come vittima un ragazzo di appena 15 anni. La violenza, gratuita e improvvisa, si è consumata venerdì pomeriggio nell’area antistante il supermercato Coop, un punto di ritrovo abituale per decine di giovani, complice la vicinanza con la scuola privata Iexs e altre attività commerciali. Ora è caccia al branco: cinque giovani aggressori, alcuni con il volto parzialmente celato dai cappucci delle felpe, che dopo aver scatenato la loro furia si sono dileguati nel nulla, lasciando a terra le loro vittime e un intero quartiere sotto shock.
L’Arma dei Carabinieri ha avviato un’indagine a tutto campo per dare un volto e un nome ai responsabili. Il lavoro degli investigatori è meticoloso, quasi certosino: tutte le telecamere di sorveglianza della zona, sia pubbliche che private, sono state acquisite e sono ora al vaglio. Si cercano frame, fermo-immagini, dettagli che possano tradire l’identità dei cinque. Un’operazione complessa che, come precisano dal comando, richiederà giorni di analisi.
La dinamica dell’aggressione, secondo le prime ricostruzioni, appare tanto rapida quanto violenta. Un piccolo gruppo di tre ragazzi è stato avvicinato dal branco di cinque. In pochi istanti, la situazione è degenerata. Il bersaglio principale delle botte, sferrate a mani nude con inaudita ferocia, è stato un 15enne. Caduto a terra, sarebbe stato colpito ripetutamente. Un suo amico, nel coraggioso tentativo di fermare il pestaggio e difenderlo, è stato a sua volta colpito e ferito. L’allarme è scattato immediatamente, ma all’arrivo dei sanitari del 118 e delle pattuglie dei carabinieri, degli aggressori non c’era già più traccia. Il 15enne è stato trasportato al pronto soccorso, dove è stato medicato e dimesso con una prognosi di media gravità. Anche l’amico intervenuto ha ricevuto le cure del caso.
Gli inquirenti lavorano su più piste, ma una sembra prevalere sulle altre. L’ipotesi meno probabile è quella di un “appuntamento” finito male, uno scontro concordato tra due gruppi rivali in cui uno ha avuto nettamente la peggio. Più concreta, sebbene ancora da confermare, la possibilità che si tratti di un agguato premeditato, forse riconducibile alle azioni della cosiddetta ‘baby-gang della Canalina’, un fenomeno già noto alle forze dell’ordine. Tuttavia, la pista più accreditata al momento è quella del linciaggio gratuito: un’esplosione di violenza insensata, senza un movente apparente, scatenata per futili motivi o per la sola volontà di affermare il proprio dominio sul territorio.
Intanto, la paura serpeggia tra i residenti e i commercianti. “È un punto di passaggio, i ragazzi si trovano qui ogni giorno, ma non era mai successa una cosa simile”, commenta un negoziante della zona. La collaborazione con le forze dell’ordine è massima: il supermercato e le altre attività hanno messo a disposizione tutte le registrazioni in loro possesso. Qualche testimonianza sarebbe già trapelata, ma l’Arma mantiene il più stretto riserbo, precisando che, fino a ieri, nessuna identificazione ufficiale era stata ancora compiuta. L’attenzione si concentra anche sugli istituti scolastici dell’area, nel tentativo di capire se gli aggressori possano essere studenti della zona. La caccia al branco è aperta. La città attende risposte, sperando che la violenza di via Gandhi non resti impunita.

















