COLOMBO – C’è grande tensione in Sri Lanka dopo gli attentati di Pasqua. La paura che l’ondata di terrore e morte seminata dall’Isis possa non essere finita c’è eccome. L’intelligence del governo locale è da giorni al lavoro per verificare l’eventuale presenza di altre bombe sul territorio e l’attività di altri kamikaze. Intanto la capitale Colombo è blindata.
Polizia in azione nelle strade di Colombo
Un massiccio dispiegamento di forze di sicurezza è infatti presente nelle strade di Colombo proprio a seguito di avvertimenti di possibili nuovi attacchi. Nella chiesa di Sant’Antonio, una di quelle colpite domenica scorsa, il numero di soldati presenti era molto più elevato del solito. I negozi nelle vicinanze sono rimasti chiusi e le autorità locali hanno invitato i musulmani a pregare a casa piuttosto che partecipare alle preghiere comuni del venerdì.
Rettificato il numero ufficiale delle vittime
Il governo ha intanto rivisto il numero delle vittime degli attentati di Pasqua: ufficialmente, infatti, i morti non sono 359 ma 253. Il viceministro della Difesa Ruwan Wijewardene ha corretto il bilancio sottolineando le grandi difficoltà nell’identificare le vittime a causa della natura delle esplosioni. Il capo dei servizi sanitari Anil Jasinghe, sulla sua stessa lunghezza d’onda, ha dichiarato che “sui luoghi degli attentati c’erano così tante parti di corpi umani che era difficile dare numeri precisi”. Dal ministero della Sanità hanno poi fatto sapere che solo al termine delle autopsie compiute sui corpi ci si è accorti di un ‘errore’. E cioè che alcune vittime erano state contate più di una volta portando ad un numero sbagliato. Paradossalmente, dunque, quelli in Sri Lanka non sono più gli attentati più violenti dell’Isis visto che nel 2016 in Iraq furono uccise 340 persone e in Egitto 311. Poco cambia, però, per una tragedia immane e la paura che quel bilancio delle vittime, più volte modificato, possa comunque salire a causa di nuovi attacchi.