PAVIA – La procura distrettuale Antimafia di Milano ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare eseguita nella mattinata odierna nelle province di Pavia, Milano, Alessandria e Novara, che si è conclusa con l’arresto in carcere di 4 cittadini marocchini domiciliati nel milanese (di cui uno già ristretto presso il carcere di Piacenza) e con la sottoposizione agli arresti domiciliari di 5 italiani residenti nella provincia di Pavia, Novara e Alessandria, e il sequestro di 735 euro considerati provento di spaccio.
L’attività investigativa è partita dalla stazione carabinieri di Gambolò (Pavia) nell’autunno del 2018, che ha raccolto una serie di segnalazioni dei cittadini, circa movimenti anomali di soggetti nelle campagne locali e presunte attività di spaccio nelle aree agresti nei comuni di Gambolò (Pavia) fraz. Garbana, Vigevano (Pavia) fraz. Morsella e Parona (Pavia). I militari hanno notato un anomalo andirivieni di auto nelle campagne e la presenza di cittadini extracomunitari che tendevano a mimetizzarsi fra la vegetazione, insieme a controlli a soggetti sorpresi nell’area in possesso di piccole quantità di stupefacenti, verosimilmente acquistate poco prima nelle campagne.
E’ stata avviata un’indagine, coordinata dalla compagnia carabinieri di Vigevano, insieme alla dipendente sezione operativa ed unitamente alla stazione carabinieri di Gambolò e alle stazioni limitrofe e sotto la direzione, nella prima fase della procura di Pavia e successivamente della procura distrettuale Antimafia di Milano, per reprimere lo spaccio nella zona ed individuare i componenti della ‘filiera’.
Secondo quanto emerso dalle indagini, risultate particolarmente complesse perché gli spacciatori erano tutti di origine magrebina senza fissa dimora e per i luoghi di vendita al dettaglio di difficile accesso ai militari, è stato possibile vedere una serie di episodi di cessione di droga nelle zone campestri dei citati comuni e di capire la struttura organizzativa del sodalizio criminale costituito da un gruppo di cittadini magrebini che curavano l’approvvigionamento di stupefacenti di vario tipo (eroina, cocaina e hashish); un secondo gruppo che si occupava quotidianamente dell’attività di spaccio al dettaglio nelle aree boschive della Lomellina; una componente con funzioni complementari composta da soggetti italiani dediti al supporto logistico, residenti tra Vigevano, Cassolnovo, Casale Monferrato e Novara, che ricoprivano funzioni di fiancheggiatori. Questi rifornivano gli spacciatori magrebini di generi alimentari, svolgevano funzioni di ‘pali’ e ‘staffette’ ed erano autisti per accompagnare gli spacciatori dalle loro dimore nei comuni di Corsico e di Milano, alle aree di spaccio.
Alla fine le indagini hanno consentito di accertare un volume di vendite parti a circa 100 gr di eroina e 120 gr di cocaina al giorno, con un ricavo medio tra 5mila e 7mila euro giornaliero, identificare oltre 200 assuntori di sostanze stupefacenti, tutti acquirenti provenienti da Milano, Novara e Pavia, segnalati alla prefettura ai quali, in numerosi casi, è stata anche ritirata la patente di guida, e sequestrare complessivamente circa un chilogrammo di eroina e cocaina, procedendo in un episodio all’arresto in flagranza di un corriere, nell’aprile del 2019, che stava trasportando cinquecento grammi di stupefacente da Milano alla zona di spaccio.
(LaPresse)