ROMA – “Cos’è il centro? Se è le sigle di piccoli partiti, che costantemente attaccano il Pd, francamente non m’interessa. Se, al contrario, è quella parte di cittadini semplici, popolari, democratici e moderati, che cerca un’idea collettiva di futuro, allora il centro interessa moltissimo al Pd e alla sinistra. Vi sarà in quello spazio elettorale una civile competizione con Conte. La vocazione maggioritaria è in antitesi al profilo di una sinistra democratica? Mi consenta una battuta: uno dei rari momenti in cui il campo alternativo alla destra è diventato maggioritario in Italia è stato alla metà degli anni 70” esordisce Bettini.
“C’erano l’Urss, i comunisti italiani, i socialisti generosamente uniti con i comunisti (fino all’autolesionismo) e le forze laiche rappresentate da Ugo La Malfa e non da Calenda. Senza contare i cattolici democratici. Alle elezioni politiche del ’76 questa alleanza raggiunse circa il 50% dei consensi. Per parlare ai ceti produttivi e laboriosi, alla classe media o ai lavoratori della scuola e del commercio, è decisiva una sinistra moderna, aperta e libertaria. Semmai oggi il problema è inverso. Siamo in una “anomalia” uguale e contraria a quelle del passato: la sinistra italiana non esiste più. In Europa, pur con alti e bassi, c’è dappertutto. Da noi è sparita. Ecco perché nel Pd deve unirsi e pesare”. Così Goffredo Bettini intervistato dal Corriere della Sera.
(LaPresse)