ROMA (LaPresse) – Cesare Damiano, del Pd, commenta l’assemblea di partito. “Ottima la scelta di Martina segretario. Adesso ci aspettiamo segnali di discontinuità nella conduzione politica e sui contenuti. “L’intervento di Renzi di ieri – continua – è stato divisivo e obsoleto. Una minestra riscaldata di luoghi comuni che l’ex segretario ci propina ormai da tempo e che ci ha condotti alle sconfitte elettorali. Assurdo e rancoroso l’attacco a Gentiloni. Quello che però è più preoccupante è il suo posizionamento politico. Sui temi del lavoro e dello Stato sociale Renzi non si discosta dalle tesi liberiste”.
La critica di Damiano a Renzi
“La difesa del Jobs Act è anacronistica. Aver reso facili e poco costosi i licenziamenti, andando ben oltre le stesse politiche della destra, è stato un grave errore che abbiamo pagato alle elezioni. Difendere la legge Fornero è quanto di più assurdo possa fare un politico di sinistra. Su questi contenuti sono totalmente alternativo a Renzi. In vista del prossimo congresso mi batterò, con un punto di vista di sinistra, per difendere lavoro e Stato sociale: sì alle causali al contratto a termine, alla diminuzione dei rinnovi, alla riduzione della durata a 24 mesi e all’aumento a 36 mesi, in collegamento all’anzianità di servizio, delle mensilità di risarcimento in caso di licenziamento individuale illegittimo”.
Le priorità del Pd
“Per le pensioni: continuare sulla strada, già iniziata dai nostri Governi, di superamento della legge Fornero; sì alla Quota 100, ma a partire dai 63 anni. Sì al mantenimento strutturale dell’Ape sociale e volontaria, alla nona salvaguardia degli esodati, alla continuazione della sperimentazione di Opzione Donna e al rallentamento dell’aggancio dell’età pensionabile alla aspettativa di vita. Si al raddoppio delle risorse per il Reddito di inclusione. Saranno questi i contenuti principali della mia battaglia congressuale, perché i temi sociali devono nuovamente diventare un elemento centrale della politica del Pd”, conclude.