Primarie o candidato unitario. Congresso sprint con gazebo a fine gennaio o fase costituente più lunga e approfondita, tirando fino a febbraio. Il Pd ha poco tempo per sciogliere i nodi che sono sul tavolo ormai da diversi giorni. Le prossime ore saranno decisive per chiarire il percorso che porterà alle elezioni regionali nel Lazio e Lombardia. I vertici lombardi si riuniscono per fare il punto dopo le divisioni all’interno del partito sull’apertura di un dialogo con Letizia Moratti – sostenuta dal Terzo polo – e lo stallo sulle primarie di coalizione dopo il no arrivato da +Europa e Sinistra Italiana.
Il segretario regionale Vinicio Peluffo ottiene il mandato per trattare con la coalizione alla ricerca di un candidato presidente unitario e sul tavolo c’è una rosa di nomi. In pole resta quello dell’europarlamentare milanese Pierfrancesco Majorino, aperto anche a possibili convergenze con il Movimento 5 Stelle ma che non dispiace agli uomini vicini a Lorenzo Guerini. In campo poi Pierfrancesco Maran, l’ex sindaca di Crema Stefania Bonaldi, il presidente di Anci Lombardia Mauro Guerra e il capogruppo Pd in Regione Fabio Pizzul. Sarà Peluffo, poi, a sondare la disponibilità di alcuni big del partito: la vicesegretaria Irene Tinagli, la capogruppo al Senato Simona Malpezzi e il senatore dem Antonio Misiani.
Gli sherpa hanno 24-48 ore per trovare la quadra con gli alleati. Se non si riuscirà a convergere su una candidatura unitaria il Pd sceglierà in autonomia – attraverso un percorso che dovrà essere in ogni caso approvato dall’assemblea regionale – l’avversario di Attilio Fontana. Nel Lazio la direzione regionale è convocata domani alle 17 al Nazareno. Dopo le dimissioni di Nicola Zingaretti e la rottura dell’alleanza con il M5S il nome in pole è quello di Alessio D’Amato, assessore alla sanità uscente che ha già il sostegno di Azione e Italia viva. I vertici locali dovranno decidere se consacrarlo come candidato del Pd e proporlo alla coalizione che si riunirà mercoledì o se passare dai gazebo nel tentativo di allargare il campo.
Secondo chi lavora al dossier, però, “il nome di Alessio è da sempre il più forte, alla fine si dovrebbe chiudere su di lui. Poi starà a lui ‘coprirsi’ a sinistra”. L’evento da tutto esaurito al teatro Brancaccio, giovedì scorso, “ha dato a D’Amato una spinta in più rispetto ai suoi possibili competitors come Leodori o Bonafoni – ammette un deputato dem romano – ma la foto con Calenda da un lato e Boschi dall’altra poteva risparmiarsela, vero che c’era anche Gualtieri ma lui deve sfondare a sinistra se vuole vincere”.
Il diretto interessato si dice “ottimista” su un possibile appoggio del Pd. “Spero di esser candidato unitario di tutto il centrosinistra, dal Pd ai Radicali. I 5S? Si sono esclusi da soli, si sono chiamati fuori, hanno fatto un’altra scelta perché hanno un altro obiettivo”, taglia corto, ribadendo il suo sì all’inceneritore voluto dal sindaco di Roma. Sabato, intanto, si riunirà l’assemblea nazionale del Pd che ha all’ordine del giorno, l’inserimento della norma transitoria per l’avvio del procedimento congressuale e l’istituzione del comitato costituente nazionale.
Dopo le polemiche arrivata dalla convocazione “in modalità videoconferenza” dal Nazareno precisano: la riunione del parlamentino dem, che conta oltre mille partecipanti, si svolgerà “sia in presenza che da remoto, come è sempre stato. Chi vorrà potrà venire in presenza, mentre il collegamento sarà predisposto per facilitare la partecipazione di chi non potrà venire a Roma. È stata fatta una polemica su una questione inesistente”, è la linea. Nel merito l’assemblea dovrà intervenire sullo statuto per rendere il congresso “costituente”. Quanto ai tempi, Enrico Letta conferma la volontà di accelerare senza però trascurare le istanze di chi, a sinistra, anche fuori dal Pd chiede maggiore approfondimento.
Una delle opzioni sul tavolo è quella di fare le primarie per eleggere il nuovo segretario a fine gennaio, in tempo per chiudere la campagna elettorale delle Regionali. “Sabato porteremo ufficialmente la richiesta di anticipare il congresso a gennaio, con le oltre 700 firme raccolte”, insiste l’eurodeputata Alessandra Moretti. In attesa delle regole del gioco i futuri contendenti giocano di tattica per il tempismo dell’eventuale discesa in campo. Stefano Bonaccini, Dario Nardella e Elly Schlein, in ogni caso, stanno già scaldando i motori.(LaPresse)