NAPOLI – Marco Sarracino messo all’angolo da Bruna Fiola (a sinistra) e Massimiliano Manfredi. Il segretario provinciale del Pd si trincera dietro un no comment certo di avere le spalle coperte dal ministro del Lavoro Andrea Orlando, ma il ‘j’accuse’ dei due consiglieri regionali dà ufficialmente il via alla guerra per la guida della segreteria. “In questi giorni abbiamo assistito, nostro malgrado e nonostante le fitte interlocuzioni con vari esponenti nazionali, ad uno spettacolo poco edificante messo in atto dal Pd locale – attaccano Fiola e Manfredi – Tutto ciò avviene mentre nelle aule parlamentari si sta decidendo in una fase delicatissima sugli strumenti finanziari finalizzati a garantire un possibile futuro alla nostra città.
Il Pd napoletano, invece di essere protagonista di questo nuovo percorso, invece di assumere un ruolo di guida dell’ampia alleanza di cui è risultato essere il primo partito, ha dato un pessimo esempio di sé, tenendo bloccata la coalizione per alcune settimane sulla composizione delle commissioni consiliari, in un una inspiegabile battaglia di retroguardia a difesa di rendite di posizione personali”. Le vicende legate al comune di Napoli sono all’origine dei dissapori tra i due consiglieri regionali e Sarracino fin dalla presentazione delle liste per le Amministrative quando si consumò il primo strappo e la Fiola fu la prima a parlare di messa in discussione della segreteria provinciale. In questa vicenda protagonisti anche il capogruppo in consiglio regionale Mario Casillo e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. Il primo che è riuscito ad imporre la presenza in lista di Aniello Esposito dando il via alla danza dei coltelli piddina. E il secondo poiché è difficile immaginare che il fratello Massimiliano possa prendere iniziative personali e attaccare il partito locale senza essersi consultato con lui considerate le ripercussioni che tale guerriglia interna può avere non solo sugli equilibri del partito provinciale, ma anche sull’unità del gruppo piddino a via Verdi. Ovviamente la guerra intestina non capita per caso in questo momento, ma è tempisticamente studiata in vista delle elezioni politiche. Arrivare ad un congresso dopo l’elezione del presidente della Repubblica, significa puntare ad occupare la segreteria per formare le liste per le Politiche che queste si tengano nel 2023 o, ancor più in caso di voto anticipato. Da qui il pressing di Fiola e Manfredi sui vertici nazionali del partito. “Quale partito vuole il Pd nazionale nella capitale del mezzogiorno? A che serve un Pd in queste condizioni a Napoli e all’Italia? – chiedono i due provocatoriamente – E’ ora che anche il Pd nazionale dica la sua. Abbiamo deciso di inviare una dettagliata lettera al nostro segretario nazionale Letta perché prenda coscienza del reale stato politico locale e – hanno concluso – affinché con un suo intervento ristabilisca la funzione del nostro partito innalzando la qualità del dibattito politico cittadino”. Tempi duri per Sarracino che tra i suoi ‘non simpatizzanti’ annovera anche il governatore Vincenzo De Luca e che, quasi sicuramente la guida della segreteria dovrà riconquistarla attraverso un nuovo congresso.