Pd, Letta punta ancora su ‘campo largo’ e avverte: “No a derby Conte-Di Maio”

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Enrico Letta

ROMA“Spero che tutto questo non vada a vantaggio del centrodestra, perché è già avvantaggiato alle prossime elezioni, così come lo è al ballottaggio. Dobbiamo rimontare, spero che ognuno giochi la partita più efficace”. Enrico Letta non è “sorpreso” del divorzio nel Movimento 5Stelle “era un po’ che la situazione era tesa”, confessa nel salotto di Bruno Vespa, non nascondendo un dialogo continuo sia con Giuseppe Conte che con Luigi Di Maio.

Il confronto non è mai mancato, spiega, a tal punto da chiedere “di essere uniti perché l’unità è un valore”. Perché, ironizza il segretario dem, “noi abbiamo una certa esperienza di scissioni”. L’ultima cosa da fare adesso,, sono convinti al Nazareno “è entrare nel derby Conte-Di Maio”. Per i dem è positivo che entrambi considerino centrale il dialogo con Pd e nel centrosinistra.

Il cantiere, è la linea, è aperto guardando all’Italia dei prossimi 5 anni più che alla metamorfosi della geografia parlamentare. L’ alleanza, insomma, non deve essere “la somma aritmetica di sigle ma un progetto comune”, al centro del quale per Letta resta il Pd. In un contesto politico “balcanizzato”, nel campo progressista come nel centrodestra, “l’unica certezza è il ruolo centrale, di pivot, del Partito democratico” che “è in salute” , nonostante scelte – come l’impegno netto e senza tentennamenti nel sostenere la resistenza di Kiev – che si sarebbero potute rivelare “abrasive” e difficili da digerire anche sul piano interno.

Letta guarda ai ballottaggi di domenica, sarà quello il giro di boa che porterà direttamente alle politiche del 2023. E in questo percorso, di sfida soprattutto nei confronti di Giorgia Meloni, il segretario conta sul campo largo, benché oggi, con la scissione M5S sia difficile da realizzare. “Io sono molto chiaro e abbastanza sereno. Il tema di fondo è chiaro, noi Partito democratico abbiamo una grande responsabilità mettere in campo una grande idea di Italia nei prossimi 5 anni”, si schernisce.

“Io rifiuto l’idea che si debba partire dalle alleanze, per questo io ho voluto parlare di ‘campo’. Le persone, i partiti e i movimenti civici su cui troveremo un’intesa sulle cose da fare. Domenica prossima vota si vota nei capoluoghi con operazioni fatte su contenuti e sui progetti”, precisa. Temi e progetti, non nomi, è il messaggio in bottiglia consegnato sia a Conte che a Di Maio. Quindi a chi gli chiede se è più vicino al leader M5S o a quello di Insieme per il futuro, taglia corto: “Nel Pd si è più vicini al Pd”.

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