NAPOLI (Diego Semola) – La fuga in avanti del governatore Vincenzo De Luca e dei suoi principali alleati nella coalizione di centrosinistra ha fatto saltare dalla sedia il Pd tutto, da Napoli fino a Roma. Stesso discorso in casa M5S e in Leu. Il lancio dell’ex ministro Gaetano Manfredi come candidato sindaco, avvenuto con un documento congiunto firmato da 12 liste della coalizione (Italia Viva, Fare Democratico , Più Europa, La Città, Centro Democratico, Repubblicani democratici, Moderati, Liberaldemocratici, Noi Campani, Campania libera) è un atto di forza che mette in una posizione egemonica lo Sceriffo. Dal Pd la replica arriva da Francesco Boccia, responsabile nazionale enti locali: “Il Pd nazionale – spiega Boccia – segue con grande attenzione tutto, con la convinzione che Pd e M5s a Napoli saranno uniti sin dal primo turno e che condividono la necessità di costruire prospettive di una politica comune per la città. Il segretario Marco Sarracino ha il totale sostegno della segreteria nazionale, nei prossimi giorni so che sarà convocato a Napoli il tavolo per ulteriori passaggi”. In questo momento l’area De Luca è messa così: se l’accordo sarà su Manfredi, avrà messo la sua bandierina politica. A meno che l’area giallorossa non trovi un nome migliore. Ma chi? E’ questo il punto. Il segretario provinciale Sarracino, intanto, rivendica l’approvazione del documento politico da lui redatto da parte delle 24 sigle della coalizione. C’è la firma di tutti, compreso Alessandro Amitrano del M5S, Graziella Pagano, Alessandro Fucito di Sinistra Italiana e Francesco Dinacci di Articolo-1. Nel documento si parla del candidato sindaco sottolineando che nella coalizione ci sono “forze che individueranno una figura di alto profilo che sarà in grado di guidare una nuova fase nella storia di Napoli”. Solo che De Luca un nome già l’ha fatto con Manfredi. Molto dura la presa di posizione di Leu. “Le fughe in avanti di qualcuno al tavolo
di coalizione non aiutano e appaiono irresponsabili”, spiega Dinacci di Articolo-1. “Abbiamo convenuto di individuare presto e insieme una figura autorevole attraverso il documento”, spiega Raffaele Cimmino di Si. Passando al M5S, invece, il clima non è certo migliore. “Non amo entrare nelle dinamiche di altre forze politiche né sono abituato a sentir parlare di veti o ad ascoltare annunci di candidati, di chiunque si tratti, prima ancora di definire un progetto per il futuro di un territorio. Dobbiamo metterci al lavoro per ricostruire Napoli e soltanto dopo individuare il miglior profilo possibile per guidare la città”, spiega il deputato Luigi Iovino. Insomma, ora la palla passa a Roma. Enrico Letta e Giuseppe Conte dovranno uscire da questo vicolo cieco e le sorti della capitale sono legate a doppio filo con quelle partenopee. Luigi Di Maio non molla la sindaca uscente Virginia Raggi, almeno sulla carta, e dunque un patto giallorosso sembra un’operazione impossibile: “A Roma abbiamo un sindaco uscente e lo sosterremo”. Sull’eventualità di Roberto Fico candidato pentapiddino Di Maio balbetta: “Non tiriamo per la giacca il presidente della Camera – ha tagliato corto negli studi di La 7 -. Le due forze politiche stanno dialogando, io chiedo di fare presto”.