Roma, 2 dic. (LaPresse) – No a “un congresso referendum” con “la riproduzione sempre degli stessi schemi e delle stesse dinamiche”, ma un lavoro comune con “in testa il destino dell’Italia”. Maurizio Martina, a Bologna con a fianco Matteo Richetti, fa un richiamo all’unità nella prima tappa per la presentazione della sua candidatura alla segreteria del Partito democratico, in vista del congresso. “Non so immaginare una sfida come questa fuori da una dimensione plurale”, ribadisce. E se dovesse essere eletto “serve un segretario che faccia solo il segretario perché la sfida è enorme”. La nuova guida dem, secondo l’ex reggente del partito, dovrà dedicarsi “anima e corpo a questa sfida di ricostruzione e rilancio nel nostro progetto e della nostra comunità, senza avere altri incarichi e senza aspirare ad altri ruoli”.
dunque
In testa alle rilevazioni, però, c’è un collega di partito che un altro incarico lo ha, eccome. Secondo Noto Sondaggi infatti, al momento, alla guida della corsa c’è il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, con il 39% dei consensi. Alle sue spalle l’ex ministro degli Interni, Marco Minniti, al 32%. Maurizio Martina, invece, si posiziona al terzo posto al 29%. Tutti e tre gli sfidanti, comunque, sono ben lontani dal 50%. “In vista del congresso servono le idee prima che le percentuali”, dice però Martina. “Serve una nuova primavera di protagonismo – argomenta ancora – la questione vera sono le idee, la prospettiva, il progetto”. Ed in questa prospettiva c’è la proposta del referendum per abolire il decreto sicurezza di Matteo Salvini. “Se c’è una funzione nel Pd, è fare in modo che la vita interna del partito diventi una battaglia anche nel paese – dichiara -. Al congresso si accompagni anche la battaglia contro lo scandaloso decreto insicurezza”.