Roma, 20 nov. (LaPresse) – “Sono un ‘non allineato’ e fatico a trovare una collocazione in queste caselle rigide che la situazione ci offre, però voterò Zingaretti per tre ragioni. La prima è che lo conosco da tanti anni ed è una persona che sa mettere insieme concretezza, vocazione all’ascolto e sa unire. La seconda è che si è sempre misurato col consenso e ha sempre vinto, quindi è apprezzato anche da porzioni di elettorato che vanno oltre il PD. Infine appartiene ad una generazione che può mettersi in sintonia con questa Italia che è cambiata assai negli ultimi dieci anni.”. Così il parlamentare e membro della Direziona Nazionale del Partito Democratico, Roberto Morassut, in un’intervista pubblicata stamane da Il Dubbio.
spiega Morassut
“Faremo delle primarie ‘ordinarie’ che non sono un congresso e per eleggere un segretario che forse non sarà candidato premier. Una consultazione da partito a vocazione maggioritaria con regole non scritte da “vocazione proporzionale. Da anni dico che servirebbe una “costituente” che punti ad un soggetto politico aperto più simile ad un movimento che ad un tradizionale partito e il cui nome non può che essere Democratici, la risposta è stata sempre che non c’era tempo. L’ho scritto anche in un libro che presenterò insieme a Nicola lunedì prossimo al Cinema Farnese di Roma”. “Trovo surreale che il nostro dibattito o addirittura il “sentimental” di queste primarie ruoti intorno alla simpatia o meno di Matteo Renzi o ad un referendum sui “Mille giorni”. Possibile che non siamo più in grado di storicizzare nulla?”.