NAPOLI (Loredana Lerose) – Che ci siano preoccupazioni rispetto alle sorti del Paese, soprattutto per gli esponenti Pd, è fuori discussione, ma sarebbe stato così anche se a trattare per formare un governo, al posto di Luigi Di Maio e Matteo Salvini, ci fossero stati gli altri leader politici. E’ così da sempre, ogni post elezioni è contraddistinto dall’ansia generale dovuta alla situazione precaria in cui versa l’Italia. I democrat che da tempo sostengono di aver risollevato il Paese, ora temono il peggio e guardano con attenzione in casa degli avversari politici dimenticando i propri guai interni.
Cosa accadrà durante l’assemblea nazionale del 19 maggio?
Se il Pd non smette di farsi portatore di verità assolute è difficile che l’elettorato torni a dargli credito. Eppure sembra che i dem non vogliano cambiare direzione, anzi. Sabato si riuniranno per l’assemblea nazionale, e di nodi da sciogliere ne hanno molti a partire dal congresso per eleggere il nuovo segretario nazionale. Ne parleranno o si limiteranno a ribadire ‘ferma opposizione a Lega e 5 Stelle’?
M5S-Lega: il governo dei ‘cattivi’
Il reggente Maurizio Martina, prima di lui l’ex segretario Matteo Renzi, si sente in diritto di fare la ramanzina a Salvini e Di Maio. “In queste ore il leader della Lega ha avuto la sfacciataggine di dire che o si ridiscutono i trattati europei o si è nel mondo delle favole. Benvenuto sulla terra”. Renzi ha sempre detto “L’Europa cambi o è finita”. Stando ai fatti, non è certo colpa di Salvini se Renzi non è riuscito a realizzare il cambiamento.
“Credo che non ci sia dichiarazione più evidente del racconto fantasioso che stanno facendo, quando uno butta la palla là in questo modo è in evidente difficoltà, peccato che non stiamo giocando – aggiunge Martina parlando sempre del leader del Carroccio – E’ fondamentale raccontare l’alternativa credibile. Si faccia immediatamente l’allargamento del reddito d’inclusione. Costruiamo l’assegno universale per le famiglie con figli – prosegue fingendo di non essere stato al governo negli ultimi 5 anni – Il tema non è preoccuparsi di cosa dice l’Europa, ma cosa pensano gli italiani e siamo preoccupati per il Paese (peccato che tanto interesse per quel che pensano gli italiani torni a galla solo ora ndr). Se sono nelle condizioni di dire agli italiani che può partire un governo, con altrettanta sincerità devono dismettere questa campagna elettorale permanente. Rimane sul tavolo uno scenario di grande incertezza che il Paese non si può permettere”. Per il reggente del Pd, ma per i piddini tutti, l’erba del vicino è sempre più…nera.