NAPOLI – Strappi da ricucire nel Pd fra Europa e Campania. Da Strasburgo al centro direzionale, la fusione a freddo fra il gruppo della segretaria Elly Schlein e quelli che la segretaria definisce “cacicchi” mostra crepe evidenti. A cominciare, è storia di queste ore, dal voto in Parlamento europeo sul riarmo. La politica svizzera aveva dato disposizione ai suoi di astenersi (linea già abbastanza astrusa) e questa indicazione è stata seguita dai “fedelissimi”, a partire dai parlamentari campani Lucia Annunziata e Sandro Ruotolo, ma non da chi si richiama a Stefano Bonaccini: fra i “ribelli” che hanno votato a favore, oltre allo stesso presidente del partito, Pina Picierno e Lello Topo.
Tocca adesso ricucire e in questo senso si può leggere la riunione di venerdì con i capigruppo alla Camera e al Senato Chiara Braga e Francesco Boccia, il responsabile esteri Beppe Provenzano e i capigruppo nelle commissioni Difesa ed Esteri e politiche comunitarie alla Camera e al Senato Enzo Amendola, Stefano Graziano, Piero De Luca e Alessandro Alfieri. Si lavora sulla risoluzione da presentare in aula per martedì per il consiglio europeo e per “trovare una condivisione – dice Graziano – sulla risoluzione a partire dal fatto che Rearm Europe non va bene così com’è: abbiamo bisogno di più Europa, non di un semplice riarmo degli Stati”.
E vanno definiti “strumenti, risorse e obiettivi che portano velocemente a una difesa europea. Con un debito che deve essere europeo e non deve toccare il Fondo di sviluppo e coesione sociale”. Una volta stilata la risoluzione, si terrà l’assemblea di gruppo in Camera e Senato e lì si capirà chi è d’accordo e chi no. La spaccatura al Parlamento europeo si aggiunge alla situazione tesa in Campania, con la Schlein che non intende aprire sulla ricandidatura di De Luca e alcuni esponenti del partito (particolarmente in consiglio regionale) che fino a oggi non hanno preso posizione sulla vicenda e anzi hanno votato a favore della legge sul terzo mandato. Tutto questo mentre si aspetta la sentenza della Corte costituzionale sul ricorso del Governo che punta ad affossare la legge campana. “Mi pare che la Schlein – taglia corto Graziano – abbia detto chiaramente cosa pensi sul Terzo mandato. La valutazione è stata fatta mesi fa ed è indipendente dalla sentenza del 9 aprile”.
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