ROMA – Uno scatto di reni di un’Italia che vuole reagire alle ruspe: questo chiede Nicola Zingaretti ai delusi del governo gialloverde. Scende in campo per la segreteria del Pd con 570 comitati e una maxi piattaforma che vuole essere un’alternativa dem a Rousseau. Una grande rete di attivisti digitali che però, assicura, avrà una struttura “democratica e non verticistica”.
Zingaretti scende in campo e punta sui giovani
Annuncia una grande adunata giovanile, il 26 e 27 febbraio, a Bologna e tre appuntamenti nazionali, a Firenze (sulla scienza, la ricerca e la sanità), a Milano (sulla sostenibilità ambientale) e a Napoli (sul tema del lavoro).
Rappresentare l’Italia che vuole cambiare
Il governatore del Lazio chiama a raccolta quella parte d’Italia “che vuole cambiare” contro i “signori che stanno occupando il Paese, ma non ce la fanno”. Il riferimento è alle contrapposizioni interne all’esecutivo su tanti temi. Divergenze coperte, a suo dire, da una “valanga di propaganda legata a selfie, video, ammiccamenti, bugie ripetute per nascondere la verità: una Lega che anche attraverso una manovra senza investimenti si mette contro una parte importante della base produttiva del Paese e un M5s totalmente subalterno alla Lega. Non so come possano essere passati dall’osannare Rodotà a fare gli scendiletto di Salvini”.
L’antidoto al dl Sicurezza nel Lazio
Da presidente di Regione, ha previsto nella Legge di Bilancio un milione e duecentomila euro per il 2018-2019 per permettere agli Sprar di non chiudere e “mitigare gli effetti del Dl Sicurezza”. Un decreto che definisce “vergognoso” e contro il quale sta valutando il ricorso alla Consulta.
Zingaretti denuncia un Paese fermo, che rischia di precipitare nel caos. E un costo dell’odio, “dietro ogni scelta di questo governo”, che sta diventando troppo alto e che sta lacerando il Paese. Fuori dal pantano si esce soltanto con una nuova alleanza e con un nuovo Pd: questa è la sua ricetta.
(Lapresse/di Maria Elena Ribezzo)