ROMA – E’ già un’Italia da dieci. La delegazione azzurra alle Olimpiadi di Pechino eguaglia il bottino di medaglie di PyeongChang. Il traguardo minimo di questa edizione dei Giochi viene tagliato con i due bronzi conquistati da Davide Ghiotto nel pattinaggio di velocità e da Dorothea Wierer nel biathlon, due podi che compensano almeno in parte la delusione per i flop della Valanga Rosa nel superG e di Arianna Fontana nello short track.
Passano soli pochi minuti tra un’esultanza e l’altra. Ghiotto rompe il ghiaccio piazzandosi terzo nei 10.000 metri di speed skating, una gara vinta dallo svedese Nils van der Poel con tanto di record del mondo davanti all’olandese Patrick Roest. “È stata molto dura, mi sono allenato tanto per questa distanza che mi piace molto. Ogni giro mi dicevo ‘dai è una buona gara’, ho cercato di tener duro gli ultimi giri che per me sono quelli di solito più difficili e alla fine è arrivata questa medaglia che è un po’ inaspettata”, ammette il 28enne vicentino. “Ogni volta, prima della gara, parlo con i miei pattini e cerco di convincerli a darmi una mano: è un gesto di scaramanzia che mi piace fare ogni volta”, aggiunge.
Poco dopo, è Wierer a far festa nella 7,5 km sprint di biathlon. La 31enne altoatesina chiude alle spalle della norvegese Marte Olsbu Roeiseland e della svedese Elvira Oeberg, mettendosi così al collo la prima medaglia olimpica individuale dopo quelle conquistati con le staffette miste a Sochi e Pyeongchang. “Mi sono tolta un peso enorme”, dice Wierer, quasi più sollevata che felice. “Le aspettative erano molto alte e tutti si aspettavano delle medaglie individuali – racconta la finanziera di Anterselva – anche se sappiamo che il biathlon è uno sport complicato e tutto deve andare alla perfezione. Le critiche sono state tante nell’ultimo periodo, per questo motivo sono contenta che siamo riusciti come squadra a centrare l’obiettivo, perché tutto il team fra allenatori, skimen e direttore tecnico si fanno un ‘mazzo’ enorme ogni giorno, perciò sono molto felice anche per loro”. La sua gara si chiude con zero errori al poligono: “Non mi ricordo nulla delle sessioni di tiro, l’ultimo colpo a terra addirittura ha pizzicato il bersaglio, che fortunatamente poi si è chiuso, evidentemente la fortuna oggi era dalla mia parte -dice Wierer-. Nel tiro in piedi mi è venuto tutto automatico, come dovrebbe funzionare di solito. Non sempre è facile gestire la pressione, è stata una gara bella, sono sempre stata lucida e non ho pensato a nulla nell’ultimo giro, quando sentivo che il risultato era a portata di mano”.
Un risultato che consente all’Italia di salire in doppia cifra nel medagliere con 2 ori, 4 argenti e altrettanti bronzi. In Corea quattro anni fa c’era un oro in più, ma alla fine dei Giochi mancano ancora 9 giorni. “Orgoglioso di voi, siete stati bravissimi”, dice il presidente del Coni, Giovanni Malagò, elogiando i due medagliati del giorno. “Dorothea non tradisce mai e ancora una volta ha dimostrato la sua infinita classe. La medaglia di Davide invece è la conferma di una stagione straordinaria e della sua crescita tecnica -aggiunge Malagò-. Complimenti alle due Federazioni, ai presidenti Roda e Gios, e a tutti i tecnici. Stiamo rispettando le tabelle di marcia e onorando alla grande il nostro Paese”.
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