PECHINO – Una atleta uigura, la fondista Dinigeer Yilamujiang, come ultima tedofora, una cornice di pubblico inattesa che ha reso ancora più speciale la notte del Nido d’Uccello, un messaggio di speranza di Thomas Bach. Il sacro fuoco di Olimpia illumina Pechino e la Cina in occasione della cerimonia d’apertura dei XXIV Giochi Olimpici Invernali, che ha vissuto i momenti più intensi proprio nel finale, con il discorso del numero uno del Cio che ha citato John Lennon (‘give peace a chance’) rivolgendo un appello ai leader politici mondiali e con l’accensione del braciere olimpico da parte della coppia Yilamujiang-Jiawen, quest’ultimo specialista nella combinata nordica. La scelta di affidare l’ultima torcia a una sciatrice uigura, minoranza di fede musulmana che vive a nord-ovest del paese oggetto di una violenta repressione da parte di Pechino, è il segnale più forte che il paese del Dragone ha voluto dare nel giorno in cui aveva tutti gli occhi del mondo addosso.
Per l’occasione, nonostante la volontà di perseguire dei Giochi ‘Covid-free’, rispetto all’indicazione iniziale di una Olimpiade senza pubblico e con, pochi, ingressi a inviti, la Cina ha fatto uno strappo alla regola. Decine di migliaia di spettatori, con bandierine cinesi a sventolare ovunque, hanno riempito infatti il Nido d’Uccello, primo impianto ad ospitare due cerimonie di apertura e di chiusura. Tutti rigorosamente invitati in una Pechino che resta blindata per coloro che si trovano dentro la bolla olimpica. Sugli spalti, nonostante il boicottaggio diplomatico di Usa, Australia, Canada e Regno Unito, non sono mancati leader politici, su tutti Vladimir Putin, che ha incontrato Xi Jinping sottolineando che le relazioni tra i due paesi “hanno acquisito un carattere senza precedenti”. Proprio il presidente cinese ha dichiarato aperti i Giochi, subito dopo le parole di Thomas Bach volte alla pace (“rispettate la tregua olimpica, date una chance alla pace”).
Dal punto di vista scenografico il regista Zhang Yimou, già direttore della cerimonia dei Giochi del 2008, per questo show ha cambiato completamente registro: coloro che hanno animato l’evento non sono star del mondo dello spettacolo bensì giovani studenti, universitari e non, e cittadini provenienti dalle province di Pechino e Hebei, per un totale di 3000 artisti. La cerimonia si è aperta con un countdown scattato dal numero 24 – come questa edizione dei Giochi e come i 24 segmenti che dividono il ciclo dell’anno in Cina – e con un elogio alla primavera, come stagione della ripresa e della rinascita dopo il gelido inverno. Nel mezzo, la parata degli atleti – posta all’inizio anche in virtù delle temperature assai rigide (abbondantemente sotto zero, ma non per il portabandiera delle Samoa Americane, Nathan Crumpton, che ha sfilato a torso nudo) – accompagnata da celebri brani di musica classica. Filo conduttore dell’evento la tradizione popolare cinese e l’avvicinamento di un intero popolo agli sport invernali. Come si evince dal fiocco di neve protagonista assoluto nelle battute finali dello spettacolo, fino al cubo di ghiaccio da cui sono uscite le varie delegazioni, che rappresenta simbolicamente anche una porta di ingresso sulla Cina, passando per l’intero palco, un led enorme di luci e colori che rievoca una pista di pattinaggio. La Cina, adesso, è anche un paese di sport invernali. Pechino 2022 può cominciare.
dell’inviato Alberto Zanello