PECHINO – Sui Giochi torna l’incubo dei positivi. E questa volta il Covid non c’entra niente. Dietro il rinvio della premiazione del team event di pattinaggio artistico, gara vinta dalla Russia davanti a Usa e Giappone, si cela un possibile caso di doping che coinvolge una delle atlete più attese a Pechino 2022, Kamila Valieva, la stella 15enne che ha trascinato il suo paese nella gara a squadre ed è favoritissima in vista di quella individuale, al via martedì.
Secondo il quotidiano russo RBC la ragazza è risultata positiva a un farmaco per il cuore vietato prima dell’inizio delle Olimpiadi. La sostanza incriminata sarebbe la trimetazidina, un agente metabolico vietato dall’agenzia mondiale antidoping perché può aiutare la resistenza agli sforzi e aumentare l’efficienza del flusso sanguigno. Il caso di doping più famoso legato alla trimetazidina ha coinvolto il nuotatore cinese Sun Yang, che ha scontato una squalifica di tre mesi nel 2014. Anche la bobbista russa Nadezhda Sergeeva è risultata positiva alla stessa sostanza in occasione dei Giochi di PyeongChang 2018. La donna è stata squalificata dalla gara ed è andata incontro a uno stop di otto mesi.
Sul caso c’è un alone di mistero legato all’età della ragazza, la prima in campo femminile a eseguire nel programma un salto quadruplo. Avendo meno di 16 anni il Codice Mondiale Antidoping inserisce Valieva come “persona protetta”, che non può essere identificata ufficialmente qualora fosse certificata una violazione. Nel frattempo però la miccia si è già accesa, e corre veloce lungo la linea Pechino-Mosca. Ponendo nuovamente sotto i riflettori la Russia, che anche in questi Giochi gareggia sotto bandiera neutrale come Roc (comitato olimpico russo) per la squalifica inflitta per aver adottato un sistema di doping di stato tra il 2012 e il 2015 e di aver, successivamente, manomesso le prove, dal 2016 al 2018. La star 15enne intanto si è allenata regolarmente, attorno a lei la federazione di pattinaggio fa quadrato. “Non è stata sospesa”, ha evidenziato la portavoce Olga Ermolina senza fornire ulteriori dettagli. Qualora la positività fosse confermata, la Russia rischia di perdere l’oro nel team event, con probabile epilogo nelle stanze di tribunale tra ricorsi e controricorsi. Nel frattempo il Cio, tramite le parole del portavoce Mark Adams, precisa che è in corso “una consultazione legale” tra il comitato olimpico e la federazione internazionale di pattinaggio e che “tutti stanno facendo in modo che la situazione venga risolta il prima possibile”. La questione però è arrivata fino al Cremlino, che parla di caso sollevato “da chi non ha informazioni concrete”, che ha portato “tutti a urlare in tutte le direzioni, senza essere a conoscenza della situazione”. “Non ci uniremo a questa schiera di ululanti – sottolinea il portavoce Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Tass – L’unico organismo che può fare chiarezza è il Comitato olimpico internazionale. Avete sentito quello che il Cio ha detto e non c’è motivo per noi di aggiungere altro. Seguiamo le indicazioni del Cio e auguriamo a tutti i nostri atleti, compresa Valieva, di vincere nient’altro che l’oro”.
Proprio oggi intanto è stato certificato il primo caso di doping in questa rassegna a cinque cerchi cinese. Riguarda lo sciatore iraniano Saveh Shemshaki, positivo a uno steroide anabolico e sospeso. Ma la partita che rischia di sconvolgere i Giochi ruota tutta attorno a Valieva, la ragazza venuta a Pechino per stupire e che si ritrova al centro di una spy-story più grande di lei.
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