CITTA’ DEL VATICANO – “La mia vergogna. La nostra vergogna. La mia vergogna”. E’ quasi un mantra d’espiazione quello che Papa Francesco pronuncia alla fine dell’udienza generale, nei saluti ai fedeli di lingua francese. Torna sul nuovo dossier che colpisce il clero d’Oltralpe al cuore e inchioda migliaia di sacerdoti che hanno macchiato la talare con l’onta della pedofilia. Ribadisce che la vergogna è proprio la sua, successore di Pietro, anche in rappresentanza dei suoi predecessori, per la “troppo lunga incapacità della Chiesa” di porre le vittime “al centro delle preoccupazioni”. Il Pontefice esprime tutto il suo dolore e la tristezza per i sopravvissuti che portano addosso i segni e nella mente le ferite degli abusi.
Dal report della commissione indipendente sugli abusi nel clero commissionata dalla stessa Chiesa cattolica in Francia emerge che sono 216mila i bambini, per l’80% maschi, che in Francia hanno subito violenza negli ultimi 70 anni, 330mila se si considerano anche gli abusi commessi da membri laici della Chiesa, come per esempio gli insegnanti delle scuole cattoliche.
Gli abusi sarebbero stati commessi da circa 3mila persone e coperti per decenni “in modo sistematico”. Il presidente della commissione indipendente sugli abusi sessuali, Jean-Marc Sauve, ha denunciato l’atteggiamento della Chiesa fino all’inizio degli anni 2000 parlando di “una profonda e crudele indifferenza verso le vittime”.
“Un punto di svolta nella nostra storia”, l’ha definito il capo del gruppo di vittime ‘La Parole Liberee’, Francois Devaux, denunciando gli insabbiamenti che hanno consentito “crimini di massa per decenni”. “C’è stato un tradimento: di fiducia, di moralità, dei bambini, dell’innocenza”, ha aggiunto chiedendo risarcimenti. E il capo di un’altra associazione di vittime, ‘Parler et Revivre’, Olivier Savignac, si è scagliato contro la Chiesa per avere trattato tutti questi casi come anomalie singole anziché come orrore collettivo.
I numeri, scandisce il Papa, “purtroppo sono considerevoli”.
Bergoglio incoraggia i vescovi, i superiori e i religiosi a continuare a compiere tutti gli sforzi perché drammi simili non si ripetano e assicura la sua vicinanza ai sacerdoti di Francia, davanti a questa prova “che è dura ma è salutare”, invitando i cattolici francesi ad assumersi le proprie responsabilità per garantire che “la Chiesa sia una casa sicura per tutti”. La preghiera è un grido al cielo: “A te, Signore, la gloria, a noi la vergogna”.
di Maria Elena Ribezzo