Città del Vaticano, 30 apr. (LaPresse) – Dopo aver ricevuto separatamente, tra venerdì sera e domenica sera, Juan Carlos Cruz, José Andrés Murillo e James Hamilton – tre vittime cilene del prete pedofilo Fernando Karadima – , Papa Francesco incontrerà i tre uomini oggi tutti insieme a Casa Santa Marta.
E’ probabile che all’incontro sia presente anche l’arcivescovo della Valletta, mons. Charles Scicluna, inviato speciale del Pontefice in Cile per condurre nuove indagini sull’insabbiamento dei casi da parte di alcuni vescovi, tra cui il titolare di Osorno, mons. Juan Barros.
Il dossier consegnato nelle mani di Francesco da mons. Scicluna e mons Bertomeu, dopo aver incontrato oltre 60 persone, ha spinto Papa Francesco a scrivere una lettera a tutti i vescovi cileni e a chiedere pubblicamente perdono alle vittime di Karadima per i “gravi errori di valutazione” sulle coperture di Barros. Prima di incontrare nuovamente i presuli cileni in Vaticano (sono passati appena quattro mesi dal suo viaggio apostolico a Santiago) Bergoglio ha voluto incontrare personalmente in Vaticano una rappresentanza di tre vittime di abusi.
Sugli incontri, ha dichiarato venerdì il portavoce del Vaticano, “non è previsto il rilascio di alcun comunicato ufficiale, per espresso desiderio del Papa: la sua priorità è ascoltare le vittime, chiedere il loro perdono e rispettare la riservatezza dei colloqui. In questo clima di fiducia e protezione della sofferenza, la volontà di Papa Francesco è quello di far parlare gli ospiti il tempo necessario, quindi non ci sono orari fissi né contenuti prestabiliti”.
“Ho parlato per più di due ore e mezzo da solo con Papa Francesco – ha scritto Cruz in un Tweet ieri sera – Mi ha ascoltato con grande rispetto, affetto e vicinanza. Abbiamo parlato di tanti argomenti. Oggi ho più fiducia nel futuro della nostra chiesa, anche se il suo compito è enorme”.
“E’ terminato il colloquio con il Santo Padre – è il Tweet di Hamilton di sabato 28 – abbiamo parlato per più di due ore in una conversazione sincera, accogliente ed enormemente costruttiva”. “Oggi ho parlato per due ore con il Papa – ha riferito Murillo la sera di venerdì 27 – In modo molto rispettoso e franco gli ho espresso l’importanza di intendere l’abuso come un abuso di potere. Della necessità di assumersi le responsabilità, la cura e non solo il perdono”.