ROMA – Il dossier pensioni entra nel vivo. Dopo proposte, smentite e appelli al dialogo, domani inizierà ufficialmente il confronto tra governo e sindacati per la riforma previdenziale e il superamento della Legge Fornero. In Via Flavia la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo vedrà i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, i rappresentanti di Cisal-Confsal-Usb-Ugl e non mancheranno anche il presidente dell’Inps Pasquale Tridico e i rappresentanti del Ministero dell’Economia. Il convitato di pietra è, ovviamente, Quota 100. La misura voluta con forza della Lega, che prevede fino al 2021 l’uscita con 62 anni anagrafici e 38 di contributi, deve essere modificata, ma dal punto di vista finanziario gli scogli non sono pochi.
La legge Fornero
Bisogna, poi, fare presto, perché nel 2022, quando dovrebbe tornare in vigore la legge Fornero, si rischia il cosiddetto ‘scalone’, un salto di cinque anni per lasciare il mondo dell’impiego. Dal canto loro i sindacati hanno proposto flessibilità in uscita intorno ai 62 anni con la Cgil, mentre il governo al momento gioca a carte coperte. Tridico ha parlato di flessibilità “in una logica contributiva”, la sottosegretaria Pd Puglisi di “uscita a 64 anni con 35 di contributi, mentre Catalfo ha provato a spegnere ogni ricostruzione su Quota 102 (68 anni più 38 di versamenti) o ‘piani del governo’ già pronti e definiti “privi di fondamento”.
Il confronto con i sindacati
“Più volte nelle ultime settimane, con dichiarazioni pubbliche, il Ministro ha tracciato in modo chiaro il percorso che intende seguire per raggiungere l’obiettivo di superare la legge Fornero”, spiegano fonti di Via Veneto. Si tratta di una strada che, “oltre al confronto con le sigle sindacali, passerà attraverso il lavoro di tre commissioni di esperti. Solo e soltanto alla sua conclusione si delineeranno i contorni della riforma”. L’impressione è che dopo l’incontro si delineeranno nuovi tavoli tematici, ma l’imprinting è chiaro: superare la riforma Fornero e capire la dinamiche dei giovani, “in particolare una pensione di garanzia per loro, oltre che la flessibilità in uscita e ai pensionati”.
Il nodo pensioni
Sulle pensioni “ci impegneremo in questo dialogo” con i sindacati e le parti sociali “che si è reso necessario, perché c’è anche molta propaganda in giro. Ho sentito Salvini accusare questo governo anche sulle pensioni, quando il problema lo ha creato lui con quota 100, che scade nel 2021 e poi c’è lo scalone”, ha detto invece il titolare del Mef Roberto Gualtieri. “Noi vogliamo capire, in un quadro di sostenibilità, che riforma si può creare”, ha spiegato qualche giorno fa. Il dossier è molto instabile, anche perché pensare ad un quadro definito delle risorse post manovra non è un’impresa facile. L’unica certezza (al momento) è che quota 100 fino al 2021 resterà: ma da gennaio dell’anno dopo per il futuro dei pensionati è nebbia fitta.
(LaPresse/di Alessandro Banfo)