MILANO – “Ritengo che ciò che si dovrebbe cercare di fare è anticipare l’entrata in vigore del sistema contributivo. Il che non vuol dire fare interamente il ricalcolo contributivo della pensione, ma solo applicare le riduzioni attuariali alla quota retributiva della pensione: questa è la filosofia con cui da anni ho proposto di intervenire per permettere una maggiore flessibilità in uscita dal sistema pensionistico”. Così Tito Boeri, economista ed ex presidente Inps, a LaPresse, sul tema delle pensioni sul tavolo del cdm, per il superamento di quota 100.
“Qualsiasi intervento sulle pensioni, soprattutto arrivando all’ultimo momento come sta accadendo, deve essere un intervento molto semplice, comprensibile per le persone coinvolte, in grado di armonizzare i trattamenti fra generazioni diverse e facilmente attuabile da parte delle amministrazioni pubbliche”, aggiunge.
In queste ore, intanto, sono circolati rumors di stampa su ipotesi ‘quota 102’ nel 2022 e poi ‘quota 104’. “Quota 102 – dice Boeri a LaPresse- è un intervento che introduce un nuovo regime pensionistico e credo che l’idea sia poi di passare successivamente a una quota più alta, tipo ‘quota 104’.
Questo – prosegue Boeri – introduce un nuovo regime prima e poi un altro in futuro e quindi non risponde al criterio di semplificare e armonizzare, ma crea nuove situazioni di disparità fra diverse generazioni di pensionati. E ha dei costi che credo siano abbastanza consistenti. Non credo si tratti di meno di 4 miliardi nel giro dei prossimi 4 anni. Già nel 2023 oltre un miliardo: costi non piccoli e a fronte di nuove asimmetrie introdotte nel sistema”.(LaPresse)