Pensioni: difficile rinunciare alla legge Fornero fino al 2023

Elsa Fornero
Elsa Fornero

ROMA – Legge Fornero fino al 2023. E’ quanto di più probabile si possa verificare, specie in un periodo in cui tutte le pensioni dovranno essere rivalutate a causa dell’inflazione in crescita di almeno il 7%. Varie le proposte avanzate finora da più partiti. La Lega, che dell’abrogazione ne ha fatto un vero e proprio cavallo di battaglia, sembra essersi convita della insita difficoltà. Così come già avvenuto in passato (2018) si potrà operare una sorta di deroga, “passando dalle precedenti Quota 100 e Quota 102 a Quota 41, dove però non è prevista la flessibilità strutturale in uscita”, invece richiesta da molte lavoratrici e lavoratori con pochi contributi per la messa in quiescenza.

L’ostacolo

Invariato dunque l’ostacolo tra i “64 anni di Quota 102, richiesti nel 2022, e i 67 anni necessari per l’uscita di vecchiaia da gennaio 2023”, in quanto mancherebbero i tempi necessari dopo l’elezione del nuovo esecutivo che non riuscirebbe ad essere operativo se non prima del mese di novembre. Alla base mancherebbero anche ipotesi concrete che comunque andrebbero ad inficiare I conti pubblici. 

La proposta leghista

La Lega di Matteo Salvini ha paventato l’ipotesi di pensionamento anticipato “per chi ha 41 anni di contributi, anziché 42 anni e 10 mesi per gli uomini o 41 anni e 10 mesi per le donne”. Inoltre “possibile con lo ‘sconto mamma’ scendere ancora, di un anno per ogni figlio, e allo studio anche un’età pensionabile solo per le donne di 63 anni anziché 67”. Per i giovani pensione minima da mille euro”. Inoltre ci sarebbe da aggiungere anche “l’opzione donna resa strutturale (che significa uscita a 58 anni con 35 di contributi, con ricalcolo contributivo), la proroga dell’Ape sociale e l’estensione del riscatto di laurea”.

Le altre proposte

Il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia ha proposto il taglio delle “pensioni d’oro e detassare la parte di pensione che gli anziani dedicano al sostentamento di figli e nipoti”, mentre Forza Italia ha avanzato l’idea di “portare tutte le pensioni a 1000 euro per 13 mensilità, con un costo che si aggirerebbe per lo Stato intorno ai 30 miliardi”. I 5S invece sostengono che ci sia la possibilità di” uscire già a 63/64 anni con penalità o ricalcoli contributivi dell’assegno”. Conte invece ha lanciato l’idea del “riscatto gratuito della laurea”. Il Pd ha invece proposto il rinnovo sia di “Opzione Donna che dell’Ape sociale, con un occhio di riguardo alla lista di lavori gravosi che potrebbe essere ampliata”.

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