PERUGIA – Sei indagati per reati fiscali e sequestri per 3,3 milioni di euro. Questo l’esito di un’operazione condotta dalla guardia di finanza di Perugia, al termine di indagini coordinate dalla procura perugina che ha permesso di portare alla luce una frode fiscale commessa da alcune false cooperative umbre che operavano nel settore della logistica e del trasporto. Alle persone coinvolte, vengono contestati, a vario titolo, le ipotesi di emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture e documenti per operazioni inesistenti, indebita compensazione.
Secondo quanto riferito dalla guardia di finanza di Perugia, le società, che avevano sede nel perugino, appaltavano i servizi a un consorzio senza dipendenti, il quale subappaltava ad altre società i servizi che gli erano stati assegnati. Come ricostruito dagli inquirenti, i contratti mascheravano vere e proprie somministrazioni di manodopera illegali o rapporti di lavoro dipendente tra i lavoratori e i committenti umbri, destinatari finali delle prestazioni di servizio ed effettivi beneficiari del sistema, potendo avvalersi di manodopera a basso costo e di flessibilità del lavoro. Secondo la procura del capoluogo umbro, si trattava di vere e proprie società cartiere ”apri e chiudi”, utilizzate come ”serbatoi” di manodopera e costituite al solo fine di contabilizzare acquisti inesistenti per decine di milioni di euro e maturare fittizi crediti iva, utilizzati, poi per il pagamento degli oneri contributivi dei dipendenti. Inoltre, l’utilizzo di contratti di appalto “non genuini” ha consentito la detrazione dell’Iva sull’intero importo fatturato, che altrimenti non gli sarebbe spettato.
Le indagini hanno consentito alla procura di Perugia configurare l’esistenza di un rapporto diretto di organizzazione/direzione tra i committenti e i dipendenti, con le fatture emesse che sono state ritenute “giuridicamente inesistenti”, perché relative a ipotesi di intermediazione illegale di manodopera e non, invece, a contratti di appalto/subappalto. Il gip del tribunale di Perugia, condividendo l’impianto accusatorio, ha accolto la richiesta del pm e autorizzato il sequestro preventivo, anche in forma equivalente, di disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili, partecipazioni societarie, riconducibili direttamente ai soggetti indagati e alle società interessate, per 3,3 milioni.
(LaPresse)