MILANO (LaPresse) – Zakaria Safri, marocchino di 38 anni, imbianchino disoccupato, ha confessato l’omicidio dopo una notte di interrogatorio. La caccia all’uomo, a Pesaro, è partita dopo che la vittima, Sabrina Malipiero, 52 anni, da tempo separata, commessa in un negozio della città marchigiana, è stata trovata morta in casa in una pozza di sangue da uno dei suoi due figli, Stefano, 24 anni. Il giovane, dj noto nei locali della zona, ha fatto la terribile scoperta intorno alle 12 di sabato.
Almeno una coltellata alla gola, forse due, il volto tumefatto. Inutile la chiamata ai soccorritori. Partono subito le indagini della polizia scientifica, che partono dal fatto che l’assassino è fuggito con l’auto della vittima, perché la macchina non si trova attorno a casa. Gli inquirenti fanno i primi accertamenti e notano da subito tracce di collutazione in casa, ma nessun segno di infrazione. La donna ha aperto la porta di casa al suo killer. Alla base dell’omicidio, stando a quanto emerso finora, ci sarebbero futili motivi. Il marocchino era già noto alle forze dell’ordine per motivi di droga, ma non aveva condanne a suo carico.
Sull’uomo nelle ultime ore si sono focalizzate le indagini, che dapprima hanno riguardato anche un’altra decina di persone
Il suo contatto era tra i più presenti sul cellulare della donna, oltre a quelli dei suoi cari. Safri ha negato a lungo, per tutta la notte, ma poi è crollato. “Non so perché l’ho fatto”, avrebbe detto. L’uomo avrebbe anche raccontato di aver agito sotto l’effetto della cocaina. Non è chiaro se sia stata una frase ‘sbagliata’ della donna a far scattare la sua ira. Botte e poi il coltello rivolto contro la 52enne. Gli inquirenti hanno scoperto addosso all’uomo le chiavi dell’auto, trovata sabato sera a circa due chilometri della vittima, che definiva “un’amica”. Si cerca ancora l’arma del delitto. Restano dei dubbi sull’ora del fattaccio, che inizialmente è stato collocato nella notte tra venerdì e sabato.
Resta un mistero attorno al movente. Sembrano escluse, infatti, le piste del motivo passionale, visto che non c’era una relazione tra i due, o di una lite per motivi di denaro. Sta di fatto che il 38enne marocchino, dopo la confessione arrivata dopo una pioggia di domande, è stato rinchiuso nel carcere di Pesaro con l’accusa di omicidio aggravato.