Milano, 12 ott. (AWE/LaPresse) – 1.700 pescatori su 680 imbarcazioni, per un fatturato che, a seconda delle stagioni, raggiunge anche i 25 milioni di euro. Sono i numeri della pesca in Toscana. Un settore che risente delle stagioni, ma che per innovarsi e restare competitivo strizza l’occhio alle nuove tendenze turistiche, cavalcandole e addirittura creandole: come la pesca turismo, che prevede di dormire e mangiare con i pescatori. “Una formula ancora poco conosciuta, ma che presenta grandi potenzialità”, spiega in un comunicato Massimo Guerrieri, pescatore, referente Pesca di Confcooperative FedAgriPesca Toscana. “La pesca turismo è un nuovo approccio a questo mondo – continua Guerrieri – che permette di entrare nella quotidianità dei pescatori e dare alla propria vacanza una connotazione nuova, esperienziale”. Un settore portante dell’economia regionale, per numeri e espansione territoriale.
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La pesca toscana è distribuita infatti su tutta la costa, in tutti i suoi porti e approdi, importanti sia da un punto di vista turistico che come accoglienza della pesca professionale. “Anzi, spesso tra pesca professionale e diporto si crea competizione per l’occupazione dei posti barca – precisa Guerrieri -. Siamo dovuti intervenire in Regione per definire una localizzazione certa dei pescatori che altrimenti rischiavano di perdere terreno a vantaggio del diporto. E’ indubbio che il turismo sia più remunerativo, ma è compito della nostra associazione tutelare i pescatori”. Spiega Guerrieri: “La cooperazione resta la formula prevalente di organizzazione sia per i servizi amministrativi, previdenziali e la commercializzazione che per il comparto armatoriale. Una struttura più efficace e flessibile, in grado di fare massa critica e che negli anni si è rivelata vincente”.