Petrolio in calo in Asia dopo l’accordo sulla produzione Opec

Le conseguenze dell'accordo

Singapore (LaPresse) – I prezzi del petrolio sono in calo in Asia, dopo che gli investitori hanno digerito le implicazioni dell’accordo di compromesso tra Paesi Opec e non Opec per aumentare la produzione in risposta alla crescente domanda internazionale. Intorno alle 5 ora italiana l’indice statunitense Wti per la consegna ad agosto era in calo di 23 centesimi a 68,35 dollari al barile. Mentre il greggio Brent del Mare del Nord, principale riferimento sul mercato mondiale, è sceso di 1,45 dollari a 74,10 dollari. Sempre per il contratto di agosto. Durante un incontro a Vienna, l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec) ha approvato venerdì scorso con la Russia e gli altri suoi partner un aumento della produzione, ritenuto troppo “vago” dagli specialisti.

L’accordo sulla produzione

L’Opec ha deciso all’unanimità di aumentare la propria produzione di petrolio di circa 1 milione di barili al giorno. Lo ha detto il ministro dell’energia dell’Arabia Saudita, Khaled al-Faleh. “Ci siamo accordati attorno al milione di barili che abbiamo proposto“, ha dichiarato il ministro. L’unanimità è arrivata nonostante la riluttanza dell’Iran. L’Arabia Saudita e la Russia hanno voluto modificare l’accordo di limitazione della produzione tra l’Opec e gli altri produttori non-Opec che ha contribuito al forte aumento dei prezzi. Ma l’Iran si è opposto fino a questa mattina all’aumento di 1 milione di barili al giorno della produzione.

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