Petrolio, Opec verso il taglio della produzione: tensione sui prezzi

Se Doha riuscisse a dare realmente una spinta al Gnl, l'italiana Saipem sarebbe pronta ad avvantaggiarsene

MILANO (AWE/LaPresse) – L’Opec e i suoi partner, in particolare la Russia, discuteranno questa settimana se abbassare gli obiettivi di produzione di petrolio nel 2019 per sostenere il prezzo.

Petrolio, tensione sui prezzi

All’indomani dell’annuncio del Qatar, che ha deciso di lasciare a gennaio l’organizzazione dei principali Paesi esportatori di greggio dopo 58 anni, i ministri del Petrolio e dell’Energia si troveranno di fronte alla questione di un prezzo precipitato del 30% in due mesi, anche per la pressione degli Stati Uniti che ha aumentato la produzione. Oggi il petrolio è in leggera ripresa, con il Brent vicino a quota 62 dollari al barile e lo statunitense Wti che sfiora 53 dollari al barile.

Petrolio, il Qatar punta sul gas

Il Qatar ha annunciato l’uscita dall’organizzazione ufficialmente per concentrarsi sull’esportazione di gas naturale liquefatto (Gnl). “Il Qatar è un piccolo produttore che rappresenta il 2% dell’output di greggio dell’Opelsu – sottolinea Luigi De Paoli, professore di Economia dell’energia all’Università Bocconi di Milano – ed è già il principale esportatore di Gnl mondiale. La sua è una mossa politica dopo le sanzioni imposte da Arabia Saudita ed Emirati Arabi, ma non cambierà molto né per il mercato del petrolio né per quello del gas”.

Opec e i partner discuteranno la questione

La decisione di Doha di sbattere la porta in faccia sostanzialmente all’Arabia Saudita potrebbe surriscaldare la riunione di giovedì e venerdì a Vienna, anche se De Paoli non vede altre uscite all’orizzonte. “Credo – afferma l’esperto – che si tratti di un caso isolato. La questione è che, con le crisi di Paesi come Venezuela, Nigeria e Libia, ormai l’Opec è depotenziata in quanto, di fatto, rappresenta uno strumento dominato dall’Arabia Saudita che si accorda poi con la Russia”.

Gli Usa aumentano la produzione

L’incognita vera che Riyad e Mosca non possono controllare si chiama Washington, che sta aumentando la produzione “in modo impressionante, riportando il mercato a una condizione di offerta eccessiva”, spiega ancora De Paoli. È probabile comunque che l’Opec decida un taglio della produzione, come già anticipato in sede di G20 argentino dal principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, e dal partner non-Opec, Vladimir Putin, presidente russo. Un accordo per limitare la produzione è in piedi già dal 2016 e dovrebbe essere esteso nel 2019.

Se Doha riuscisse a dare realmente una spinta al Gnl, l’italiana Saipem sarebbe pronta ad avvantaggiarsene. “Negli ultimi due anni c’è stata una assoluta accelerazione sulla attesa domanda di Gnl nel mondo, sostenuta da forti importazioni, soprattutto in Cina, in altri Paesi asiatici ed europei”, ha detto recentemente l’a.d. Stefano Cao, che ha parlato di un segmento “ad alto valore aggiunto” in cui Saipem “è presente da sempre”.

di Lorenzo Allegrini

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