TORINO – I vaccini contro il Covid-19 di AstraZeneca e Pfizer sono “altamente efficaci” contro la variante individuata per la prima volta in India, dopo la somministrazione della seconda dose. È emerso da uno studio di Public Health England (Phe) secondo cui, due settimane dopo la seconda dose, il primo siero risulta efficace al 60%, rispetto al 66% contro la variante Kent, e il secondo all’88%, rispetto al 93% contro la variante Kent. La differenza di efficacia tra i due farmaci potrebbe essere dovuta ai tempi delle seconde dosi di AstraZeneca, che avvengono più tardi di quelle di Pfizer, ha spiegato l’agenzia britannica. I dati suggeriscono che il siero AstraZeneca impieghi più tempo per raggiungere la massima efficacia, quindi la protezione che fornisce potrebbe aumentare ulteriormente.
L’efficacia dei vaccini
“Ora è chiaro quanto la seconda dose sia importante per garantire la protezione più forte possibile contro il Covid-19 e le sue varianti”, ha dichiarato il segretario alla Salute di Londra, Matt Hancock, aggiungendo: “Tutti dovrebbero prenotare la loro dose”. L’agenzia ha anche detto di aspettarsi livelli ancora più elevati di efficacia contro i ricoveri ospedalieri e i decessi: “Questo studio rassicura sul fatto che due dosi di entrambi i vaccini offrono alti livelli di protezione contro la malattia sintomatica dalla variante B.1.617.2, ci aspettiamo che siano ancora più efficaci nel prevenire il ricovero in ospedale e la morte”, ha detto Mary Ramsay, responsabile dell’immunizzazione dell’agenzia Phe.
La situazione nel mondo
Nel frattempo, a livello globale la pandemia ha raggiunto quasi i 3,5 milioni di morti confermati per Covid-19, 166 milioni di contagi e 1,6 miliardi di dosi di vaccino somministrate. In India la preoccupazione è particolarmente alta anche per la diffusione del ‘fungo nero’. Il ministro federale Sadananda Gowda ha dichiarato che i casi sono stati quasi 9mila sinora, mentre scarseggia il farmaco per curare la malattia, l’antimicotico Amfotericina B.
Non è invece stato divulgato quante persone siano morte. Secondo gli esperti, l’epidemia di Covid-19 in India potrebbe ora rallentare, ma le autorità sono preoccupate per la mucormicosi, che ha tasso di mortalità al 50% e colpisce persone malate o guarite. Relativamente rara, causata dall’esposizione a muffe nell’ambiente, come nel terreno o nel muco nasale, colpisce persone in particolare immunodepresse, si diffonde nel tratto respiratorio ed erode le strutture facciali fino a raggiungere il cervello. Giovedì il ministero della Salute di New Delhi ha chiesto agli Stati di tracciare la diffusione del ‘fungo nero’ e di dichiararlo epidemico, rendendo così obbligatorio a tutte le strutture mediche segnalare i casi alla rete di sorveglianza federale. Il premier Narendra Modi ha definito la malattia “una nuova sfida”.
(LaPresse)