Philip Morris tratta con Altria per il colosso del tabacco da 210 miliardi

Un eventuale matrimonio farebbe ricongiungere due gruppi che si erano separati con uno spin-off nel 2008

(Photo by Fabrice COFFRINI / AFP)

MILANO – Philip Morris International è in trattative con Altria per arrivare a una fusione che creerebbe un gigante del tabacco da 210 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato. È stata Philip Morris a rivelare i colloqui, che sono tuttavia ancora in una fase preliminare. E, spiega una nota, “non c’è alcuna garanzia di alcun accordo o transazione da queste discussioni”.

L’ipotesi fusione

Un eventuale matrimonio farebbe ricongiungere due gruppi che si erano separati con uno spin-off nel 2008. Altria possiede ancora Philip Morris Usa. I colloqui arrivano a due anni dalla decisione del rivale British American Tobacco di comprare Reynolds American per 49,4 miliardi di dollari. Il consolidamento allo studio tra Philip Morris e Altria, si legge ancora nella nota, sarebbe una “fusione di uguali”. E a livello operativo riguarderebbe uno scambio azionario.

La crescita del mercato

L’operazione potrebbe aiutare i due gruppi in un momento in cui calano le vendite delle sigarette tradizionali, mentre si sviluppa il mercato della sigaretta elettronica. Altria, che commercializza sigarette a marchio Marlboro negli Stati Uniti, ha diversificato negli ultimi anni la propria attività. Prendendosi quote in aziende produttrici di vino, birra e cannabinoidi e nella società di sigarette elettroniche Juul. Philip Morris ha recentemente ricevuto l’approvazione dai regolatori statunitensi per introdurre sul mercato il sistema di riscaldamento del tabacco Iqos, che Altria vorrebbe commercializzare anche negli Stati Uniti.

Boom di Altria a Wall Street

All’annuncio delle trattative, il titolo di Altria a Wall Street è balzato di quasi il 10%, dando un valore di mercato al gruppo di più di 96 miliardi di dollari. Le azioni di Philip Morris International, al contrario, sono calate di circa il 6%, portando la capitalizzazione di mercato a 115 miliardi di dollari.

(LaPresse/di Lorenzo Allegrini)

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