NAPOLI – Il quartiere Pianura di Napoli torna a essere teatro di tensioni criminali sempre più evidenti. Dopo una fase di relativa calma, il potere camorristico si riorganizza attraverso una nuova generazione di affiliati, spesso giovanissimi, che stanno rimettendo in piedi le fila del clan Calone-Esposito-Marsicano. Si tratta di ragazzi che crescono all’ombra delle Case Gialle, uno degli epicentri storici della malavita
locale, e che sembrano voler prendere il posto dei vecchi boss con un approccio ancora più aggressivo e spregiudicato. Questi giovani camorristi non hanno l’esperienza dei vecchi capi ma compensano con una violenza impulsiva e un radicamento territoriale altrettanto pericoloso. Hanno assorbito rapidamente dinamiche criminali già consolidate e sembrano intenzionati a imprimere una nuova impronta
alla gestione del potere nel quartiere. Alla guida non ci sono nomi noti della malavita storica bensì volti nuovi, spesso minorenni o poco più che maggiorenni, cresciuti in un contesto in cui la criminalità organizzata viene percepita come unico modello di affermazione e sopravvivenza. Il ritorno in scena del clan Calone-Esposito-Marsicano si intreccia con un altro elemento di forte instabilità.
Dopo l’arresto del boss Massimiliano Santagata, alcuni reduci del disciolto clan Santagata hanno deciso di unirsi al nuovo gruppo, rafforzandolo sia numericamente che in termini di know how criminale. Questo innesto ha contribuito ad accelerare il processo di riorganizzazione e a far crescere le tensioni con gli storici rivali del clan Carillo-Perfetto, dando vita a un nuovo capitolo della faida che negli anni passati ha già provocato spargimenti di sangue e intimidazioni in tutta l’area. Le forze dell’ordine monitorano con preoccupazione la
situazione. Le strade del quartiere sono tornate ad animarsi di controlli, appostamenti e perquisizioni, ma l’impressione è che la criminalità locale si stia evolvendo troppo in fretta per poter essere contenuta con strumenti tradizionali.
La rapidità con cui i giovani affiliati si muovono, la capacità di riorganizzarsi in modo fluido e l’uso spregiudicato della violenza anche per piccoli contrasti interni rendono questa nuova ondata criminale ancor più difficile da arginare. Nel cuore di Pianura, dove il tessuto sociale è già fragile, la rinascita del clan avviene in un contesto di forte disagio. I ragazzi delle Case Gialle spesso crescono in condizioni economiche precarie, con poche prospettive lavorative e un sistema scolastico che fatica a tenerli agganciati. In questo scenario il crimine diventa scorciatoia e rifugio, e il reclutamento da parte dei clan avviene con modalità sempre più mirate, quasi scientifiche. A sedurre i giovani non sono più solo i soldi facili ma anche un senso di appartenenza, di potere, di visibilità che nel resto della loro quotidianità non riescono a ottenere