MILANO (Alfredo Stella) – La giornata non è cominciata nel migliore dei modi a Piazza Affari. Già alle prime ore dall’apertura delle Borse sé è registrato un importante sussulto: lo spread ha raggiunto i 250 punti base, per poi calare a 239. Immediato il recupero delle perdite grazie agli acquisti su Mediaset (+2,14%) e su parte dei bancari con Banco Bpm che sale dell’1,12% e Mediobanca dello 0,81%. Tra gli altri, acquisti su Fineco (+2,23%), Banca Generali (+1,53%).
Dimezza le perdite poi Intesa che cede l’1,1%, a seguire Azimut (-0,97%) all’indomani del rafforzamento oltre il 24% del capitale di Timone Fiduciaria che raggruppa gli azionisti aderenti al patto di sindacato. Tim si è mantenuta stabile (-0,03%) in attesa dell’esame da parte dell’Agcom del progetto di separazione della rete. Il rendimento del decennale italiano è al 2,82%. Tensione sui titoli a due anni, con spread a 164 e rendimento del Btp risalito sopra l’1%.
Borse europee
Non cambia il leitmotiv delle Borse europee che restano caute pur se positive con l’indice d’area Stoxx 600 sulla parità con gli acquisti che si concentrano sull’energia. Bene Londra (+0,54%) e Francoforte (+0,43%). Ok Madrid (+0,83%) con l’avvicendamento del governo in Spagna che procede a passo spedito con il socialista Pedro Sanchez che oggi annuncia la lista dei ministri. Resta osservata speciale l’Italia con l’attesa sulle mosse del nuovo Governo.
Il Ftse Mib, che è arrivato a cedere l’1,5%, ha ridotto le perdite a -0,33% grazie anche al recupero dei bancari con Fineco in testa (+2,5%) con la raccolta che, ripartita a maggio, da inizio anno tocca i 2,9 miliardi. Rimbalza poi Mediaset (+1,8%), reduce da uno scivolone alla vigilia legato al non interesse di Sky ad acquistare Premium, mentre si attende la lista di Fininvest per il cda. Lo spread è a 236 punti base. A livello macro si guarda al G7 in Canada nel fine settimana e al meeting Bce di metà mese, riunione chiave per tempi uscita da Qe.
I Balcani come primo partner commerciale
Durante il Trieste Eastern Europe Investment Forum, organizzato da FeBAF con il Mib Trieste School of Management, è stato indicato l’obiettivo che deve porsi l’Italia. Vale a dire quello di diventare primo partner commerciale dei Balcani entro il 2020. E con un valore di interscambio che è cresciuto del 48% in circa 6 anni e che continua a svilupparsi.
Nel 2016 l’export italiano nei Balcani occidentali ha raggiunto i sei miliardi di euro, dietro alla Germania. Con oltre 700 aziende, quella italiana è la prima economia per stock di investimenti esteri (9 miliardi). Sono concentrati principalmente in Albania (4,8), Slovenia (1,3) e Serbia (1,1). Tra il 2010 e il 2016 il valore dell’interscambio è aumentato del 47,9%. E’ passato da 5,1 miliardi di euro a quasi 7,5 miliardi e nel 2017 si registra un ulteriore incremento.