La Picierno chiede donazioni per la campagna elettorale, insulti e polemiche

Dalle lezioni su come spendere gli 80 euro di Renzi alla richiesta di finanziamento nonostante lo stipendio da europarlamentare arrivi fino a 20mila euro al mese: la rivolta del web

NNon gliene va bene una a Pina Picierno. L’idea di finanziare la sua campagna elettorale per le Europee chiedendo soldi ai sostenitori non è piaciuta a tutti: cosa lecita, ci mancherebbe. Meno leciti gli insulti sessisti che le sono piovuti addosso, circostanza che l’ha trasformata di fatto da principessa della gaffe a vittima dei leoni da tastiera. Ricapitoliamo.

Il crowdfunding ‘della discordia’

L’europarlamentare uscente ha ben pensato di chiedere donazioni per sostenere la sua campagna elettorale: 10 euro il contributo minimo, 50 per un block notes e una penna, 100 euro per prendere un caffè con lei e 500 euro per una cena. Queste ultime opzioni in particolare hanno scatenato il web che, oggettivamente, ha mostrato la parte peggiore di sè: “Per una notte d’amore, quanto?”; “X una sveltina?”; “Come escort è un pò cara”; “Allora per la notte so 2000 euri”. Insulti sessisti che hanno mobilitato i colleghi del Pd, pronti a dare solidarietà all’europarlamentare. Che si è difesa così: “Ho chiesto il supporto di chi crede nel valore delle mie idee e sposa le mie battaglie. Piccoli contributi simbolici dal basso. Come si fa in tutto il mondo. Come fanno tutti i politici che non vogliono padroni e che hanno a cuore solo l’interesse comune dei cittadini. Ma da noi, tutto questo diventa sporco. E allora battute e battutine sessiste, anche da parte di donne, che sono quelle che feriscono di più”.

Il sessismo è da condannare… ma la saccenza pure

Nulla quaestio sul sessismo, ci sono battaglie che non hanno colore politico e che non possono non essere condivisibili. Il punto è un altro. Può un’europarlamentare uscente, che guadagna tra i 15mila e i 20mila euro al mese per stare a Bruxelles, chiedere soldi alla gente comune per una campagna elettorale a cui nessuno l’ha obbligata? A quella stessa gente a cui, qualche anno fa, dava lezioni di economia domestica per sponsorizzare il bonus del governo Renzi? Glielo ha ricordato, in effetti, senza ricorrere a battute di bassa lega, il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Vincenzo Viglione: “Nientedimeno, 100 euro per un caffè? Chissà cosa staranno pensando quelli a cui veniva raccontato proprio dalla Picierno che con 80 euro ci si poteva fare la spesa per due settimane”. Dare il giusto valore ai soldi è importante, è il primo passo per rispettare chi non ne ha abbastanza per realizzare le cose che desidera. Ora Pina Picierno lo sa.

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