Piero Angela a Tor Vergata: “E’ fondamentale che i giovani guardino al futuro”

Il divulgatore scientifico più amato della televisione spiega a Cronachedi.it come le nozioni scolastiche non siano sufficienti a formare i "cittadini di oggi" né quelli di domani

“Oggi i giovani tendono a dedicare sempre meno tempo all’approfondimento. E’ necessario dare loro gli strumenti per comprendere la realtà di oggi”. Piero Angela, il più conosciuto e amato tra i divulgatori scientifici della tv, parla a Cronachedi.it della sua nuova avventura. Lunedì scorso, infatti, nell’auditorium “Ennio Morricone” della facoltà di Lettere e filosofia dell’università di Tor Vergata, a Roma, si è tenuto il quinto appuntamento con “Prepararsi al futuro”, un progetto ideato proprio da lui. In questa sede il volto di Superquark, nelle vesti di relatore, ha tenuto una lezione su comunicazione ed emotività e si è reso disponibile ad approfondire alcuni aspetti con noi.

Innanzitutto, quali sono le competenze che vuole trasmettere ai ragazzi con questo ciclo di lezioni?

Penso che la cosa più importante sia infondere loro alcune nozioni sul presente. A scuola studiano latino, greco e storia ma è tutta roba del passato. Nessuna di queste materie informa su ciò che succede oggi né su quello che succederà domani. 

Qual è il modo migliore per comunicare questo concetto ai giovani?

Bisogna puntare sull’immediatezza. Non spendono più di quaranta secondi per leggere una notizia. Il problema è che manca la voglia di approfondire e questo costituisce un po’ la premessa da cui prende avvio l’iniziativa. Considerando poi che i ventenni di oggi vivranno, in linea di massima, tutto il secolo, è fondamentale che entrino in possesso degli strumenti necessari a comprendere la realtà odierna.

Pensa che i fruitori di queste lezioni siano abbastanza maturi da comprendere fino in fondo questo messaggio?

Sì, lo penso fermamente perché ci sono due elementi che giocano a favore. Il primo è che a partecipare sono i ragazzi con i voti più alti, il secondo è che la frequenza non è obbligatoria.

Come definirebbe il progetto?

Uno stimolo, esattamente come i miei programmi televisivi. E’ normale che, come essi, non sia esaustivo. Si tratta di un incentivo volto a scatenare la curiosità nello spettatore che, dopo essersi interessato e aver capito che è nel suo interesse conoscere, inizia a documentarsi, a leggere libri. 

Cosa pensa del fatto che ogni tanto a Pompei crolla qualche muro?

Purtroppo c’è una drammatizzazione eccessiva. Se crolla un pezzetto di muro, anche recente, subito si urla “Pompei crolla”, ma non è così per fortuna. Al contrario, siti come questo sono molto ben tenuti considerando il fatto che sono all’aria aperta e, quindi, inevitabilmente soggetti agli agenti atmosferici.

Purtroppo in Italia non riusciamo a valorizzare le ricchezze culturali che possediamo. Come si potrebbe risolvere questa nostra incapacità?

In tal senso si sta lavorando moltissimo e i risultati si vedono. Il turismo è aumentato sensibilmente dagli inizi del ‘900 ad oggi. Forse il vero problema è che i turisti hanno pochi giorni a disposizione e quindi concentrano le proprie energie nella visita di Roma, Firenze e Venezia. Il resto viene sacrificato.

Un’ultima domanda, riguardo al fatto che suo figlio è considerato un sex symbol. E’ una caratteristica di famiglia? Anche lei ai suoi tempi lo era?

Mi dispiace deluderla ma no, non sono mai stato un sex symbol. Il nostro è un mestiere particolare, tutto ciò che facciamo viene fotografato e divulgato, quindi devo comportarmi bene e non fare mai nulla di sbagliato. Se frequentassi qualche ragazza, finirei subito al centro del gossip.

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