MILANO – L’economia italiana continua a rallentare e getta un’ombra sull’anno in corso. L’Istat calcola infatti un Pil in crescita di appena lo 0,9% in volume nel 2018, limando la precedente stima dell’1%. Si tratta di una forte battuta d’arresto se si considera l’1,6% di crescita dell’anno precedente. L’istituto statistico delinea un quadro in cui frenano soprattutto i consumi, oltre che l’export, mentre in parallelo si inceppano gli investimenti.
Brutte notizie anche per il debito pubblico
Alla fine dello scorso anno tocca i massimi storici al 132,1% del Pil. Intanto, il deficit scende al 2,1% del Pil dal disavanzo del 2,4% di fine 2017. E se si guarda avanti le prospettive non sono ottimistiche. L’indice Pmi manifatturiero italiano, che misura le attese su nuovi ordini e produzione, scivola a 47,7 punti a febbraio, i mimimi da maggio 2013.
L’Istat evidenzia che, nonostante la crescita italiana sia proseguita per il quinto anno di fila, il brusco taglio al Pil sia dovuto a “un netto ridimensionamento” della domanda interna, in particolare dei consumi.
Nel 2018 la spesa delle famiglie cresce in volume soltanto dello 0,6%, contro l’incremento dell’1,5% nel 2017. Gli investimenti fissi lordi risultano la componente più dinamica della domanda, con un incremento del 3,4%, ma comunque in ripiegamento dal 4,4% di incremento dell’anno precedente.
Le esportazioni di beni crescono dell’1,9%, contro il balzo del 5,9% del 2017
Dopo la scivolata del Belpaese in recessione tecnica, per i due cali trimestrali consecutivi del Pil, la nuova rilevazione dell’Istat mette in allarme le associazioni. “Il fragile profilo dell’occupazione nel 2018 appare più coerente con il forte rallentamento del Pil registrato dai conti nazionali”, commenta l’Ufficio studi di Confcommercio, precisan che “gli stessi conti confermano la temuta frenata dei consumi e la pericolosa crescita del rapporto debito-Pil”.
Il debito sfonda per la prima volta il 132% del prodotto interna lordo
Nel 2017 si era fermato al 131,3% del Pil, lo stesso livello del 2016, dopo essera calato dal 131,6% dell’anno precedente. A fine 2018 il monte del debito pubblico italiano è di 2.263,4 miliardi. Per fare un confronto in cifre, il Pil si ferma incece a 1.753,9 miliardi.
“Il debito continua a salire, il Pil a scendere: esattamente l’opposto di ciò che dovrebbe accadere“, commenta il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, che afferma che prima di ‘quota 100’ sulle pensioni e reddito di cittadinanza “servono investimenti in infrastrutture materiali e immateriali e una riforma fiscale che restituisca potere d’acquisto a lavoratori dipendenti e pensionati“.
Per quanto riguarda il deficit, in valore assoluto si attesta a 37,6 miliardi di euro, in flessione di circa 3,9 miliardi sul disavanzo dei conti pubblici nel 2017. Migliora quindi il saldo di bilancio. Inoltre l’avanzo primario sale all’1,6% del Pil, dall’1,4% di fine 2017, attestandosi a 27,3 miliardi.
(AWE/LaPresse)