MILANO – Di fronte al taglio delle stime della sull’Italia della Commissione europea, che vede il Pil italiano allo +0,2% nel 2019 e a +0,8% per il prossimo anno, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia chiede un cambio di rotta da parte del Governo.
Il presidente di Confindustria richiama il governo
“Forse è arrivato il momento che il Governo si occupi della questione occupazione, lavoro e provvedimenti anticiclici per compensare il rallentamento dell’economia globale. Questa è la realtà che abbiamo di fronte, poi se qualcuno vuole dire che è diversa evidentemente viviamo in due Paesi completamente diversi. Io penso e spero di no, se poi riuscissimo a reagire sicuramente lo spread” che ha toccato il picco un picco di oltre 280 punti “si calmerebbe, perché é chiaro che è frutto della percezione dell’incertezza del Paese”. Lo ha detto Boccia, a margine di Connext, l’evento nazionale di partenariato industriale di Confindustria a Milano.
Al numero uno di viale dell’Astronomia, il presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi, ha regalato due felpe di Confindustria con il numero uno sulla schiena e la scritta “Eagle One”. Une segnala per dire che l’associazione degli industriali è unita e porta avanti una propria visione del Paese lontana da quella del governo.
Pil in discesa, l’Italia deve reagire
“Siamo di fronte a tagli previsionali che, al di là del decimale in più o in meno evidentemente erano già da prevedere dato un rallentamento dell’economia globale e della Germania”, ha aggiunto Boccia sottolineando che “questo conferma il fatto che, invece di perdere tempo nel cercare le colpe degli altri e i complotti internazionali, l’Italia deve necessariamente reagire, prendere atto di questo rallentamento e portare la crescita secondo i ritmi dichiarati dal Governo in fase di manovra”.
Gli effetti della manovra sullo spread
Quanto a una possibile manovra correttiva, “in linea teorica Tria ha perfettamente ragione – ha spiegato Boccia – non ce ne sarebbe bisogno se aprissimo immediatamente i cantieri e la smettessimo di costruire dimensioni ideologiche su grandi opere del Paese di cui una parte è già pagata dall’Europa, attivando cantieri e quindi occupazione”.
Secondo il numero uno di viale dell’Astronomia “il problema è la questione temporale. Ovvero in quanto tempo facciamo le cose che diciamo e in quanto tempo vogliamo reagire, perché già i dati di gennaio ci dicono che il rallentamento è ancora in corso e ancora più incrementale, in particolare sul settore dell’automotive e dell’edilizia”.
Emergenza nel settore produttivo, Boccia lancia l’allarme
Il presidente di Confindustria ha ricordato anche che “siamo in un momento di emergenza in alcuni settori”. E che “sarebbe il caso che il Governo, partendo proprio dalle dichiarazioni del ministro, costruisse delle contromisure e poi vediamo se sono compensative o meno e se serve altro”.
A frenare la crescita, per Boccia contribuiscono anche misure come l’emendamento che per 18 mesi blocca l’attività di ricerca del gas. “Evitiamo di bloccare le trivelle a Ravenna – ha detto – anche perché noi blocchiamo e la Croazia, a un passo, le fa, le realizza, le usa, estrae risorse energetiche. E noi della competitività in questo Paese non ce ne occupiamo, perché da noi il lavoro non è una priorità”.
Stoccate al fronte 5 Stelle
Non mancano le stoccate al Movimento 5 Stelle e ai tentativi di avvicinamento ai gilet gialli francesi. “Vorremmo ricordare agli esponenti del governo – ha detto Boccia – che sono alla guida del paese e non all’opposizione. E che se dovessero arrivare i gilet gialli in Italia dimostrerebbero contro il Governo e non contro altri”.
Le tensioni diplomatiche tra Italia e Francia
Il mondo delle imprese, invece “capisce che deve reagire per diventare più competitivo. Ed è lo stesso mondo delle imprese che “il 28 febbraio e il 1 marzo sarà a Parigi per un bilaterale con la Confindustria francese”, consapevoli che la Francia è tra i primi Paesi in cui l’Italia nel mondo e “consapevoli anche dei fondamentali che ha quel Paese” “Parleremo anche di Tav, di Europa, abbiamo tutto l’interesse a fare sì che l’opinione pubblica francese abbia una percezione positiva dell’Italia e continui a comprare Italia nell’interesse dell’Italia”.
Al momenti i rapporti con Parigi “non sono buoni – ha ammesso Boccia -. Ma qui bisogna distinguere quando uno fa il segretario di partito, che è una cosa legittima, e quando uno fa il ministro di un Paese. Occorre tutelare i rapporti tra Governi nell’interesse del Paese rispetto alle diverse piattaforme. Questa confusione – conclude – non aiuta nessuno”.
(LaPresse/di Benedetta Dalla Rovere)