Pirozzi e Piscitelli, incontri e promesse. Il boss voleva garanzie e favori dal Comune

229
Andrea Pirozzi e Veronica Biondo

S. MARIA A VICO – Gli intermediari: sono loro a tenere insieme due mondi che non dovrebbero toccarsi. Il consenso e il malaffare. Figure ‘di mezzo’, con un profilo apparentemente estraneo ai contesti criminali, capaci però di sedersi con amministratori (o aspiranti tali), far arrivare messaggi, chiedere impegni, rivendicare utilità. E a Santa Maria a Vico questa funzione, per l’accusa, ha un nome e un cognome: Clemente De Lucia. Non compare tra i 13 formalmente coinvolti nell’indagine della Dda sul presunto patto politico-mafioso stretto, nel 2020, da alcuni candidati con soggetti legati al clan Massaro, ma la sua figura ricorre più volte nelle carte della guardia di finanza di Marcianise, sfociate ieri nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Giovanni De Angelis del Tribunale di Napoli. È lui, dicono gli inquirenti dell’Antimafia, il referente di Raffaele Piscitelli ‘o cervinaro, boss della droga e punto di riferimento della fazione dei ‘cervinari’, verso un pezzo di classe politica locale.

La leva sui voti: agosto 2020, il primo snodo

La data chiave è 18 agosto 2020. In piena campagna elettorale, De Lucia – stando alle intercettazioni – informa il candidato sindaco Andrea Pirozzi che può contare sui voti della famiglia Piscitelli, da convogliare su Giuseppe Nuzzo e Veronica Biondo. Non solo: in quella circostanza chiarisce che Piscitelli ‘rivendica utilità’, non meglio specificate dall’amministrazione. È lo schema tipico del do ut des contestato dagli inquirenti: pacchetti di preferenze in cambio di promesse su appalti, concessioni, regole. Il voto arriva e Pirozzi vince. Da quel momento, le stesse intercettazioni diventano – per gli investigatori – il tracciato degli ‘interessi’ da monetizzare.

Il cimitero come banco di prova: la transazione con i Caterino

Tra le priorità accreditate a Piscitelli c’è un accordo transattivo tra Comune e famiglia Caterino sull’ampliamento e la gestione del cimitero, appalto in precedenza revocato. L’operazione – emerge dai colloqui – potrebbe generare per ‘o cervinaro “2-300mila euro” di ritorno, quale compenso per la mediazione verso l’ente. De Lucia afferma di aver attivato l’assessore Giuseppe Nuzzo e di poter contare sull’appoggio del sindaco Pirozzi, perché ‘ha acqui- stato voti’ in suo favore. Il 29 gennaio 2021 la richiesta viene rilanciata da Domenico Nuzzo di- rettamente a Marcantonio Ferrara e Veronica Biondo; lo stesso Domenico incontra l’assessore Nuzzo il 9 febbraio 2021, segno che la partita è aperta su più tavoli.

Il forno crematorio: l’opera ‘strategica’

Il secondo tassello è l’impianto di cremazione. Il 22 febbraio 2021 De Lucia aggiorna Piscitelli sull’esito di un incontro con l’assessore Nuzzo. Piscitelli pretende un faccia a faccia con Pirozzi per avere rassicurazioni. Ma il sindaco – riferisce De Lucia – lo giudica “inopportuno”. Piscitelli s’infuria: il sindaco, dice, non ha esitato a vederlo per altre faccende di interesse. Sei giorni dopo, un nuovo colloquio. Piscitelli e De Lucia, ricostruiscono le fiamme gialle di Marcianise, valutano un compenso in denaro per l’assessore Nuzzo se trova la soluzione sul crematorio. Piscitelli prefigura una compartecipazione occulta alla gestione tramite prestanome e elevati guadagni, confidando di poter indirizzare le imprese funebri della zona. Nel frattempo, in maggioranza spunta l’ipotesi di localizzare l’impianto vicino al cimitero (coerente con la rotta chiesta da De Lucia). Un’opera non prevista nel pro- gramma, ma fatta entrare nell’agenda politica.

Il chiosco di piazza San Marco e la ‘fiera’ sulle aree agricole

Il terzo fronte è la gestione del chiosco di piazza San Marco, storicamente in orbita alla famiglia Piscitelli (tramite l’impresa di Nuzzo Pasqualina). Piscitelli, il 15 maggio 2021, chiede a Pirozzi di evitare la gara pubblica per la nuova concessione. Il sindaco lo rassicura, sostenendo che la gestione resterà alla famiglia. Si arriva a giugno: documenta l’inchiesta, coordinata dalla Dda di Napoli, e Piscitelli incarica De Lucia di tornare dal sindaco per l’assegnazione. A luglio, invece, gli investigatori registra- no un incontro tra Piscitelli, De Lucia e l’assessore Nuzzo. Oltre al chiosco, si chiede un’autorizzazione per una fiera settimanale in favore di Piscitelli. E il 19 luglio De Lucia riferisce a Piscitelli che il sindaco aveva azzerato i debiti pregressi della prece- dente gestione e lo rassicura sulla riassegnazione. Importante, ai fini
dell’inchiesta, la data del 2 agosto 2021: c’è un incontro diretto tra Piscitelli, De Lucia e Pirozzi.

Il sindaco ribadisce le rassicurazioni e spiega di aver coinvolto un commercialista per sistemare anche le pendenze debitorie. Sempre ad agosto, i finanzieri annotano che l’assessore Nuzzo si impegna a modificare il regolamento delle fiere per consentirle anche su suolo agricolo (coincidente con aree nella di- sponibilità di Piscitelli). Il 4 ottobre 2021 c’è un nuovo incontro con Pirozzi. Il sindaco assicura che farà in modo di superare i pagamenti dovuti e ammette di essere a conoscenza di abusi edilizi sul chiosco. I finanzieri sono andati oltre le intercettazioni. Hanno raccolto svariato materiale con diversi accessi agli uffici comunali e quanto requisito attesta morosità cronica dei canoni (almeno dal 2012) e difformità edilizie del manufatto (mura- tura e piano interrato invece di un prefabbricato autorizzato nel 1990).

Pur senza arrivare – sottolineano le carte – a rilasciare formali concessioni ‘ad personam’, la tutela dell’amministrazione per Piscitelli di
fatto sarebbe consistita nel non riscuotere canoni per 2.610 euro (oltre rivalutazioni e interessi) e nel non attivare gli accertamenti urbanistici che avrebbero portato alla demolizione. Conversazioni e documenti, a detta del gip, sono stati sufficienti a ritenere fondata la contestazione di scambio elettorale politico-mafioso per Pirozzi. In più passaggi il sindaco risulta interlocutore diretto: riceve richieste, offre rassicurazioni, coinvolge tecnici (il commercialista), mette all’ordine del giorno opere non programmate (crematorio), conferma la disponibilità a superare pagamenti per il chiosco.

Gli indagati

Con Pirozzi sono fini- ti ai domiciliari con la stessa accusa Veronica Biondo, vicesindaco, Giuseppe Nuzzo e Marcantonio Ferrara.
Raffaele Piscitelli e Domenico Nuzzo, entrambi ritenuti legati al clan Massaro, invece, sono finiti in carcere. Tutti gli indagati sono da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome