Pisa – Le voci di probabili dimissioni del direttore della Scuola Normale di Pisa, Vincenzo Barone, circolavano già da alcuni giorni. E questa mattina, alla seduta del Senato accademico, il professor Barone le ha presentate: dimissioni irrevocabili, che sono già al protocollo della Scuola. “Non ho nulla da commentare, d’ora in avanti penserò un po’ di più alla mia salute”, ha detto il direttore dimissionario.
La decisione sarebbe maturata nella notte dopo che ieri Barone aveva annunciato che avrebbe valutato come comportarsi solo dopo aver appreso, nel corso del Senato accademico, i termini della mozione di sfiducia presentata dagli studenti. Che la battaglia per Barone fosse ormai persa era chiaro. Ieri le assemblee del personale avevano dato mandato ai loro rappresentanti nel Senato accademico di votare la sfiducia. E il pronostico parlava di 12 voti a favore della mozione e un astenuto, il vicedirettore che ricopre un ruolo di garanzia.
Le polemiche hanno provocato le dimissioni del rettore
Il direttore della Normale era stato investito dalle polemiche scatenate sul suo progetto di clonazione della Scuola Normale al Sud ,con partner l’Università Federico II di Napoli. Un progetto contrastato immediatamente dal sindaco di Pisa Michele Conti e dal deputato Edoardo Ziello, entrambi della Lega. Al professor Barone i due esponenti leghisti lanciavano l’accusa voler togliere centralità, prestigio e risorse alla città di Pisa che da 208 anni ospita la sede di una delle maggiori scuole d’eccellenza. Nel frattempo il ministero ha confermato la sperimentazione triennale di una Scuola superiore a Napoli, con stanziamento di 50 milioni di euro, ma senza utilizzo del “brand” Normale.
Ma la polemica sullo sdoppiamento della prestigiosa istituzione accademica sarebbe stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso del malcontento nei confronti di Barone. Gli studenti accusavano il direttore: secondo loro ci sarebbe stata da parte sua una scarsa trasparenza e poco rispetto degli organismi. La presentazione della mozione di sfiducia era stata la naturale conseguenza. Barone ha tentato di scongiurare questo passaggio formale nel Senato Accademico. Ha chiesto che all’ordine del giorno ci fosse subito una sua comunicazione. Sembra che avesse preparato un testo nel quale dava la disponibilità a fare un passo indietro. Ma poi, di fronte all’evidenza, ha optato per le dimissioni irrevocabili.
(LaPresse)