MARCIANISE – Non solo in uscita dalla prigione: i pizzini scritti dal boss Achille Piccolo in alcuni casi erano diretti anche all’interno delle carceri. E a spingere il mafioso a scriverli, hanno ricostruito gli agenti della Squadra mobile di Caserta, era l’esigenza di organizzare, nonostante si trovasse agli arresti (in cella o ai domiciliari), i business gestiti dalla sua cosca, quella dei Quaqquaroni. E tra questi affari illeciti, oltre alla droga, c’era quello delle estorsioni. Gli investigatori, coordinati dalla Dda di Napoli, hanno recuperato dei pizzini, vergati dal boss, nell’abitazione di Francesco Piccolo (deceduto), alias ‘o sicc, suo uomo di fiducia. Achille Piccolo, in base a quanto ricostruito dai poliziotti, aveva affidato tali messaggi al suo sodale affinché li recapitasse a Pierino ‘a Siberia, al secolo Pietro Iodice, 59enne, elemento di vertice del clan Moccia. Quando il marcianisano preparò il documento, era il 2019, si trovava ai domiciliari e Francesco Piccolo, suo uomo di fiducia, avrebbe dovuto farlo arrivare nella prigione di Secondigliano dove si trovava l’esponente dei Moccia.
Il pizzino
“Carissimo compare Pierino – si legge nel documento individuato dalla Mobile – sono vostro fratello Achille Piccolo. Anzitutto spero che state bene voi e tutta la vostra famiglia”. Il testo prosegue con la richiesta di provare ad avvicinare un imprenditore di Casoria che aveva attività a Marcianise legate al mondo delle sale cinema. E nella lettera cita pure un altro uomo d’affari, legato al mondo delle slot, che doveva essere avvicinato: “Vi mando un abbraccio e un bacio grande a voi e alla vostra famiglia”, conclude il marcianisano.
I poliziotti hanno trovato, inoltre, anche un post-it con delle indicazioni che il mafioso dà a Francesco Piccolo per trovare proprio “il compare di Casoria”, cioè Pierino ‘a Siberia. Il leader dei Quaqquoroni gli suggerisce di rivolgersi ad Antonio Puzio, oggi 39enne, di Afragola. Con quest’ultimo Achille Piccolo ebbe un periodo di contenzione a Lanciano tra il 2015 e il 2016: “Questo è mocciano, Gli dici che gli mando un bacione e che ti deve far parlare con Pierino. Ovviamente gli dici che se uno dei miei”.
Tale spaccato investigativo sui messaggi fatti circolare mentre era ai domiciliari o in carcere da Achille Piccolo si trova nell’inchiesta che è riuscita ad assestare l’anno scorso un duro colpo alla cosca dei Quaqquaroni, portando alla condanna di 6 persone in primo grado e determinando la collaborazione con la giustizia con chi, secondo gli investigatori, era il nuovo riferimento del clan sul territorio, ovvero Agostino Piccolo, cugino di Achille.
Mala casertana, pizzini dalla cella per gestire lo spaccio di droga
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