Le mire espansionistiche del gruppo di Aldo Picca avevano portato a progettare anche il controllo di alcuni affari illeciti ad Aversa. Due suoi fiancheggiatori attraversano piazza Mazzini quando uno dei due indicando alcuni negozi affermò: “Qui ci arricchiamo, li vedi quelli? Li prendo tutti io”. Ma anche su tale aspetto subirono poi le pressioni dei Bidognetti che si sono spinti fino alla città normanna. Salvatore De Santis e Antimo Ceparano si trovano nella città di Aversa. Transitano a brodo di una Jeep Renegade in via Diaz e osservano alcune vetrine di negozi. Ceparano aveva assunto un ruolo di primo piano negli equilibri criminali della città tanto che un suo sodale gli manda un messaggio in cui annuncia che si tatuerà il nome del capo sul petto. I due si stavano dirigendo verso casa di Aldo Picca. Era il 2021. I due annunciano che riferiranno a Picca di aver già iniziato ad individuare le imprese da sottoporre ad estorsione e che nno si fermeranno. Resta solo da decidere se gli imprenditori dovranno rivolgersi a Picca o a Ceparano. “La gente la dobbiamo far rivolgere a voi (Picca) oppure ce la vediamo stesso noi? Però il punto di riferimento lo dobbiamo tenere qua” affermano i due in auto. L’intesa poi viene raggiunta ma dal tenore dell’inchiesta si comprende che a prendere il sopravvento ad Aversa sono le nuove leve. Era già accaduto per un altro business, quello delle pompe funebri: il clan Bidognetti dalle imposizioni sui servizi passò ad essere estorto dal boss Aldo Picca. Dopo la scarcerazione del boss Aldo Picca per appianare quello che si era il vertice tra i rappresentanti dei due clan per evitare lo scontro e le ritorsioni. Dopo un primo incontro avvenuto il 23 marzo del 2021 poco dopo la scarcerazione di Picca del 25 novembre 2020 Vincenzo D’Angelo, allora marito della figlia di Francesco Bidognetti, e altri esponenti del clan iniziarono a relazionarsi per pianificare al meglio la questione delle richieste estorsive alle aziende del trasporto funebre nella zona di Aversa e dintorni.