NAPOLI – Un piccolo imprenditore tormentato dalla camorra. Prima obbligato a versare 30mila euro, poi a chiudere l’attività commerciale. Non poteva più sostenerne le spese. Gli risultava impossibile farlo. E la macchina delle indagini che procede a fari spenti. Poi gli elementi raccolti dagli investigatori trasmessi all’autorità giudiziaria e il provvedimento che ha rappresentato un duro colpo per la criminalità organizzata di Ponticelli. La polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Dda, nei confronti di Antonio Nocerino (nella foto), 27 anni, ritenuto gravemente indiziato dei reati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e rapina ai danni di un imprenditore di Ponticelli. La misura cautelare è la naturale conseguenza di un’attività d’indagine condotta dalla Squadra Mobile di Napoli, diretta da Alfredo Fabbrocini, con la collaborazione del commissariato Ponticelli, e culminata col deferimento di Nocerino.
Le indagini, infatti, hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato, indiziato di aver estorto la somma di trentamila euro, avvalendosi della capacità intimidatoria del clan De Micco attivo nel quartiere.
La vittima, oltre a subire il danneggiamento della propria attività commerciale, è stata inoltre costretta a chiudere l’attività.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunto innocente fino a sentenza definitiva.
Nocerino, alias Brodino, è un fedelissimo del clan De Micco. Lo testimoniano il suo curriculum criminale e la scritta tatuata sul fianco destro in onore dei Bodo, come vengono chiamati gli affiliati della cosca sulla scia del soprannome del capoclan Marco De Micco.
Nocerino era tornato in libertà nel settembre dell’anno scorso. Secondo gli investigatori, una volta nel quartiere sarebbe subito tornato all’opera per conto del clan. Una conferma del suo calibro criminale arriva da un’intercettazione datata 12 settembre 2022, quando alcuni affiliati del clan rivale, i De Luca Bossa, si mostrano preoccupati per le imminenti scarcerazioni dei ras dei Bodo.
Nocerino appartiene a una famiglia che ha fatto (e continua a fare) la storia della malavita di Ponticelli. Alcuni suoi parenti erano affiliati della prima ora dell’ex clan Sarno. Poi la disgregazione della cosca ha fatto emergere nuovi gruppi criminali. Brodino è inoltre cugino di Matteo Nocerino, arrestato due settimane fa dopo aver eseguito una ‘stesa’ in piazza Volturno, luogo dell’omicidio di Vincenzo Costanzo, ras emergente del clan D’Amico nel rione Conocal: il 27enne arrestato lunedì pomeriggio è quindi anche parente del 26enne ammazzato durante i festeggiamenti per lo scudetto del Napoli. Tra le due cosche, un tempo nemiche, nelle ultime settimane sarebbe stata sancita un’alleanza.
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